mercoledì 1 ottobre 2008

L'OSSERVATORE E L'AGIRE POLITICO PEDAGOGICO

I giornali portano, qualcuno anche in prima pagina, la notizia, e talvolta anche la foto, di un giovane di colore, Emmanuel Bonsu, studente ghanese, dal volto tumefatto a causa delle botte ricevute dai vigili del comune di Parma.

Anche se i poliziotti della città dicono che è scivolato, scappando, e quindi si è fatto male da solo, nessuno sembra credere alla loro versione dei fatti.

Qualche giorno fa la stampa mostrava la foto di un altro africano, in piedi, costretto ad abbracciare una colonna di una stazione di polizia perchè delle manette chiudevano i suoi polsi.
Sembra che la spiegazione sia stata che, in attesa di accertamenti, non c’era posto altrove per custodirlo.

Molti hanno visto la notizia, si sono indignati e poi, con i disastri bancari ed economici imperversanti nei media, hanno dimenticato. Com’è anche logico

Altrettanto succederà con molta probabilità anche per quest’ultimo episodio di xenofobia istituzionale.

Alla memoria resta un’ulteriore foto di una nazione che si sta progressivamente imbarbarendo senza che, apparentemente, ci siano segnali di reazione. Si avverte quasi una rassegnata attesa della notizia del prossimo episodio di violenza contro extracomunitari.

Come se, dopo l’assassinio di Abdoul a Milano e la strage di Castelvolturno, una Abu Grahib o una Soweto italiane fossero imminenti.

Un clima, per chi ha a cuore paradigmi di civiltà, francamente irrespirabile.

In questo orizzonte poco confortante si è sorprendentemente inserito un articolo dell’Osservatore Romano di Sabato scorso.

Si usa l’avverbio sorprendentemente perché questa presa di posizione era da lungo attesa, anche da chi credente non lo è, e sembrava non arrivare più.

L’intervento del quotidiano cattolico, che verrà fra qualche giorno integralmente pubblicato nel nostro link ‘approfondimenti’, firmato dal direttore nazionale della Caritas Italiana, seguiva di qualche giorno una presa di posizione, della Conferenza Episcopale Italiana, critica verso le politiche governative sull’immigrazione.

Vi si parla dell’ambiguità del principio della ‘tolleranza zero’ contro i clandestini che, laddove conviene a noi, viene abilmente aggirato.

Niente di nuovo, verrebbe da dire, conosciamo il paese dove viviamo. Che lo dica però l’organo d’informazione vaticana lascia un po’ il segno.
Significa che qualche limite in eccesso è stato superato.

Ma a colpire nell’articolo del Direttore Vittorio Nozza sono due argomentazioni:
nella prima si parla di redistribuzione della ricchezza, nella seconda di giustizia politica.

Se da un lato l’estensore del testo vede la necessità di una politica, non nazionale, ma globale di diversa distribuzione delle risorse economiche in modo da eliminare e far sì che non si creino nuove aree di povertà e disperazione sociale da cui partono eserciti di ‘senza speranza’ per morire nel deserto o nel Mediterraneo o vivere da paria nei paesi ricchi, dall’altro
si espone il concetto di giustizia politica.

Politica intesa come ricerca del bene comune e affermazione della dignità della persona umana :

“La politica infatti è creazione di opinioni non tenute al guinzaglio dell'opinione corrente; è capacità e coraggio di influire sul giudizio politico dei cittadini; è azione capace di operare affinché si determinino cambiamenti nell'opinione pubblica imperante”.

In altre parole la logica emergenzialedeve lasciare il posto a
progetti “fondati sull’equilibrio tra diritti e doveri, tra sicurezza e integrazione” .

”Esistono più voci, nell'informazione, nella cultura, nelle forze politiche, che spingono a forme più o meno raffinate, di diffidenza, intolleranza, contrasto, violenza. È urgente pertanto una rinnovata tensione e azione pedagogica.”

Fonte: Osservatore Romano del 27.9.08

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