mercoledì 30 aprile 2008

IL LIBRO A S. DONA'

Succede che arriva in posta elettronica un invito per la presentazione di un libro. Non è uno dei tanti.

Il Direttivo informa che l’associazione è particolarmente interessata a questa manifestazione.

Siamo vicini al 25 aprile, iniziative ce ne sono tante qua e là.
Questa presentazione si svolgerà però a S. Donà nel principale Centro Culturale di una città ricca, grande e complessa.

Qui affermare i valori culturali della Resistenza risulta più difficile rispetto ad altre realtà del nostro territorio.

Vicino c’è la ancor più ricca Jesolo, centro di accumulo di denaro e di ogni sorta di svaghi. Ogni banca italiana sembra avere la sua filiale a S. Donà.

Un motivo in più per andarci comunque ma con il timore di trovare la grande sala del Da Vinci semivuota.

Il libro di cui si parlerà ha come titolo: “Elvira sulle vie della storia” ed è stato scritto da Flavia Furlanetto e Maria Trivellato.

Elvira Carozzani, la protagonista ha la sua bella età. Ha attraversato tutti gli orrori della seconda guerra ed anche tremendi momenti personali, riuscendo sempre a guardare avanti, a vedere la fine del tunnel anche quando magari nessuno attorno a lei riusciva a scorgerla.

L’invito dice che sarà presente alla manifestazione.

La sorpresa è trovare la sala piena. Il più ottimista dei soci del Centro Mori avrebbe fatto fatica ad immaginarlo.

Non è solo il pubblico degli addetti ai lavori. C’è gente di ogni età e mamme giovani. Una con un bambino che pure strilla ma non disturba.

Le parole delle relatrici e del relatore vengono ascoltate con partecipazione ed affetto. La protagonista limita il suo contributo a poche frasi. Molto incisive.

Il tutto dura poca più di un’ora ed alla fine i presenti devono venir informati che la presentazione si è chiusa, per cominciare ad alzarsi.

L’atmosfera è quella lieta e gratificante che si respira quando si capisce che si è partecipato ad un evento importante in un posto dove non l’avresti immaginato.

Cominciano allora pensieri diversi. Non è che si è sbagliato a leggere la realtà sociale del sandonatense. Forse c’è qui molta più domanda di autenticità di quello che ci si immagina.
Forse. E' il 23 Aprile.

Due giorni dopo il Gazzettino informa che a Jesolo sono spariti nella notte gli striscioni dell’Anpi che ricordavano accanto al monumento ai caduti la Festa della Liberazione.

Poco confortante la stigmatizzazione del Sindaco, Sig. Calzavara, che accompagna l’articolo.
Ancor più meritorio appare invece il lavoro di chi si è impegnato nel libro e nella presentazione.

lunedì 28 aprile 2008

25.4. PIAZZE IN FESTA

Tanti i timori che i festeggiamenti per l’anniversario della giornata della liberazione fossero occasione di qualche incidente o di atti inconsulti.
Cose già verificatesi in passato.

Tutto benone invece con una grande manifestazione a Milano e altre, riuscite perfettamente in altre parti e città del paese.

Convincente la reazione dei manifestanti ad Alghero che in coro hanno festosamente cantato ‘bella ciao’ . Canzone che il sindaco della località aveva vietato per il 25.4

I riflettori erano puntati in particolar modo su Torino, dove accanto alla manifestazione tradizionale si teneva il vaffa day di Beppe Grillo sull’informazione
Con delusione degli spiriti più malevoli le due piazze hanno pacificamente convissuto l’esperienza.

Molta gente vi ha partecipato è si è registrato anche un via vai tra le due piazze poco distanti l’una all’altra.

Interessante notare che di tutto quello che Grillo, Travaglio ed altri hanno detto dal palco (diretta su ecoTv canale n. 906 di Sky), giornali e Tv riportano frammenti e soprattutto non abbiano ricordato, tra altre altre asserzioni magari discutibili e ben riferite, un bel concetto, espresso con grande chiarezza dal palco dal comico di Genova.

In sintesi: se noi e voi (grillini) avessimo il 10 per cento del cuore e della capacità di soffrire di quelli che sono di là (ex-partigiani) non staremmo vivendo le difficoltà che attraversiamo in questo momento.

Da Genova il Presidente della Repubblica ha ricordato che della Resistenza si deve fare “un’analisi ponderata che non significhi in alcun modo confondere le due parti in lotta, appiattirle sotto un comune giudizio di condanna o di assoluzione”.

Un 25 aprile inteso come festa che segna “la riconquista su tutto il territorio nazionale d’una condizione di libertà e d’indipendenza.

Gli ha fatto eco l’ex-presidente Ciampi che ha sottolineato come “non c’è revisione storica che possa cambiare tutta la gratitudine che dobbiamo ai combattenti che posero le basi per la Liberazione.
Fonti: Sky del 25.4 e Repubblica del 26.4

venerdì 25 aprile 2008

25 APRILE

Festeggeremo la liberazione senza privatizzarne la storia e i valori, sapendo anche, come ha ricordato Pasquale Villari, che alla Resistenza parteciparono italiani di ogni fede ideale, liberali e comunisti, monarchici e azionisti, cattolici e socialisti.

Forze che con visioni diverse ma con eguale finalità, a liberazione avvenuta, scrissero insieme al costituzione democratica che a distanza di sessant’anni garantisce le libertà italiane.

Il sangue dei vinti e dei vincitori della guerra di liberazione non può essere perciò un discrimine fra le generazioni o fra le forze sociali o politiche.

Come il 4 novembre è la festa dell’unità d’Italia, e nessuno potrebbe celebrarla con intenti guerrafondai, così il 25 aprile è la festa della democrazia, e nessuno può appropriarsene contro qualcuno o rimuoverla contro qualche altro

Respingiamo dunque tutti insieme i tentativi di appropriazione e quelli di rimozione.

Federico Orlando (dal sito di Articolo21)

giovedì 24 aprile 2008

"IL GIORNALE" E L’ANPI

Il Giornale, quotidiano di Paolo Berlusconi, si sta occupando ampiamente del 25 Aprile con articoli di vario tipo.

Si va da un’intervista al sindaco di Alghero che ha vietato il canto di Bella Ciao a quella con la sig.ra Letizia Brichetto Moratti, che quest’anno non parteciperà alla manifestazione.

In mezzo molto spazio per criticare un manifesto unitario delle associazioni combattentistiche e partigiane che recita:

«A sessant'anni dal 1° gennaio 1948, da quando essa entrò in vigore, l'Italia sta correndo nuovi pericoli. Emergono sempre più i rischi per la tenuta del sistema democratico, come evidenti si manifestano le difficoltà per il suo indispensabile rinnovamento.
Permangono, d'altro canto, i tentativi di sminuire e infangare la storia della Resistenza, cercando di equiparare i "repubblichini", sostenitori dei nazisti, ai partigiani e ai combattenti degli eserciti alleati».

Ed altro spazio dedicato all’Anpi, i cui gruppi sono simili a «circoli ricreativi, veri e propri dopolavori con annessi ristoranti, club sportivi, scuole di arti orientali» .

Conclusione: «Salvare l'Anpi significa salvare i fiumi di euro che arrivano dalle casse pubbliche».

Il Giornale non è solo in questo attacco a chi serba memoria della Resistenza.
Gustava Selva propone l’abolizione della festa del 25 Aprile.
E’ di qualche giorno prima delle elezioni la promessa di Dell’Utri di riscrivere i libri di storia.

Il clima nuovo è stato subito registrato da Maurizio Crozza che, nella sua trasmissione sulla 7, ha inaugurato la rubrica
Rivistory Channel, con Hitler che diventa il Gandhi della Baviera, Mussolini un grande pacifista, i campi di concentramento dei confortevoli centri benessere
.

L’ironia è strumento utile di comprensione e consolazione ma lo spazio dato da un quotidiano nazionale
a decisioni che producono un cambiamento nella percezione dell’importanza della nostra storia più recente
riporta all’urgenza di una grande attenzione a quello che succede e potrà succedere dentro al mondo dell’informazione e ad un lavoro di costruzione di anticorpi al "nuovo" che si sta profilando.
Da Unità del 23.4.

mercoledì 23 aprile 2008

DEDICATO A DELL'UTRI

Non sarò ad Alghero e nemmeno a Milano o a Roma: il 25 aprile mia sorella Carla, io, figli, nipoti e cognati ci siamo dati appuntamento a Ozzano, un paese della Bassa bolognese dove si svolgerà la Camminata della Libertà.

E sarà per noi, come per tutti quelli che lì arriveranno, un giorno di festa.

Sì, perché nella nostra famiglia è sempre stato così e così vogliamo sia per i nostri ragazzi e per tutti quei giovani che non hanno avuto la nostra stessa fortuna: quella di conoscere, dalla voce chi l’aveva vissuta, la storia del nazifascismo, la lotta per la Liberazione e la vittoria della democrazia.

Perché se in qualche periodo il ricordo di quei tempi si è un po’ annacquato, ora più che mai è importante parlarne, raccontare, spiegare.

Qualche settimana fa, a Rubiera, cittadina fra Modena e Reggio Emilia, ho incontrato un vecchio partigiano che, insieme con mio padre, aveva combattuto sulle montagne di Gaggio Montano, sopra Marzabotto.

Ecco, io vorrei che questo signore dai capelli bianchi, la voce un po’ stanca ma la memoria lucidissima, andasse nelle scuole e leggesse il suo diario di coraggio e civiltà.

E mi piacerebbe che incontrasse anche l’onorevole Marcello Dell’Utri:

noi, che abbiamo imparato tante cose sui libri di Villari e di Spini, facciamo fatica ad accettare le sue proposte revisionistiche.

Di più: non vogliamo sentirle. Per noi il 25 aprile è sacro e davvero nessuno può essere così arrogante da metterlo in discussione.

BICE BIAGI
figlia di Enzo, giornalista recentemente scomparso.
dal sito di Articolo21

martedì 22 aprile 2008

CONTRO IL CAROVITA

Si era già parlato di carovita qui sotto in data 7.4.08 con il titolo pane a 1 Euro, segnalando l’accordo raggiunto a Milano.

Su questo modello, sempre ispirato dal Centro Formazione e Ricerca don Milani, si sono mosse la regione Emilia Romagna e la regione Marche.

Nel primo caso l’assessore regionale, due settimane fa, ha fatto un accordo con la grande distribuzione Coop e Conad per calmierare il prezzo a 1 Euro a Kg.(costo medio da 3.45 a 4.94) con il risultato di incassare la rivolta dei panificatori bolognesi che si sono rivolti all’Antitrust sentendosi messi fuorigioco.

Nelle Marche la Regione ha proceduto in modo diverso coinvolgendo le associazioni di categoria ma con analoghi risultati in termini di proteste.

E’ di ieri la notizia che a Bologna si sono fatti dei passi in avanti grazie all’assessore del Comune Santandrea che ha prima fatto un accordo con due forni della città per offrire il pane ad 1 E a Kg. e poi ha fatto annunciare con una nota un “progetto di produzione e distribuzione nei negozi … di una tipologia di pane” a prezzo calmierato.

Pur con notevoli e comprensibili difficoltà, la protesta dei panificatori non è ancora rientrata, si va avanti, a livello amministrativo, nella direzione di ideare misure che consentano di affrontare il carovita galoppante.

Interessante notare come l’azione dell’assessore Santandrea sia stata sorretta non solo dal Centro don Milani, ma anche dalla Caritas e dalla Cgil presenti alla conferenza stampa di annuncio del provvedimento.

Ancora una volta quindi le associazioni si sono rivelate la forza trainante di una faticosa azione politico-amministrativa di sostegno economico alle fasce più deboli della popolazione.
dal Resto del Carlino del 21.4. e dei giorni precedenti

lunedì 21 aprile 2008

LA NUOVA ITALIA

PER LA PRIMA VOLTA SI PUBBLICA UNA LETTERA AD UN SETTIMANALE CON DUE COMMENTI. UN COPIA INCOLLA SENZA MODIFICHE CHE SONO DEL TUTTO SUPERFLUE.

Scrivo per raccontare una vicenda successami oggi (15 aprile 2008).
Mi chiamo Elena, ho 23 anni, sono laureata in matematica all’università La Sapienza di Roma; sto frequentando la Specialistica in Ingegneria Matematica presso il Politecnico di Milano.
Oggi ero in aula, erano le 14:00 del pomeriggio, attendevo l’inizio della mia lezione, leggevo il giornale con i risultati (sconcertanti) delle elezioni di questi giorni; ed ecco che un ragazzo (mio coetaneo) sale sulla pedana della cattedra e davanti ad una platea di circa 30 persone (tutti uomini, la mia facoltà è a dominio maschile) sentenzia:

“Ragazzi, allora un attimo di attenzione; oggi vi spiegherò la differenza tra un italiano e un terrone”.
Io in silenzio sconcertata; la classe in tripudio.

Aspetto, mi dico di non partire prevenuta, di stare ad ascoltare, potrebbero essere le solite battute alle quali, oramai da due anni, non si scappa; che con leggerezza ti rivolgono e che con altrettanta leggerezza devi accettare (”Roma ladrona”, “Milano produce, Roma spreca”, “Milano capitale economica e morale d’Italia” ecc ecc.).
Il ragazzo persevera: “Dicevamo, il terrone, miei cari, è il tipico uomo bassottello, grassoccio e decisamente sporco.”

Dal fondo urla un voce d’uomo indistinta: “Olivastro, dimentichi olivastro.”
“Vero”, si scusa l’oratore, “Decisamente OLIVASTRO”.

Queste parole e il tono che sta assumendo la beffa cominciano a spaventarmi.
Non capisco il confine del gioco
.
Uno di loro dice sottovoce ad un altro:”Oh, anche lui ha votato Lega vero?”
L’altro annuisce con fare fiero.

Continua il ragazzo alla cattedra: “Il terrone è caratterizzato da un atteggiamento tipicamente parassita ed è per questo, miei cari, che vi invito semplicemente a tracciare una linea sulle varie cartine dell’Italia. Una semplice linea di demarcazione”.

A questo punto schizza con il gesso uno stivale sulla lavagna e traccia con fare deciso una linea orizzontale all’altezza del Po’.
Ovazione. Urla e applausi.
Resto lì ancora incredula …
Ricordo che, quando avevo visto “La vita è bella” per la prima volta, avevo immediatamente notato come Benigni mettesse l’accento sul fatto che certe idee, apparentemente bizzarre (come le superiorità fisiche della razza ariana), si erano diffuse in modo, potremmo dire, “proverbiale”, quasi come facessero parte di una cultura popolare, un modo di dire, un qualcosa di semplice che passa di bocca in bocca, una battuta scherzosa o un gioco tra amici, che alla fine diviene scontato, di dominio pubblico e indiscusso.

Ma è su questo tacito passaparola, quasi burlesco, che si sono fondate, successivamente, leggi e le loro tragiche conseguenze che segnarono un solco profondo e violento nel secolo scorso.

Torno a casa con la paura di aver assistito a una di questi simpatici “moti proverbiali”; porto sotto braccio il mio giornale che decreta milioni di voti alla Lega.

COMMENTO 1
Tra i miei parenti paterni:emigrati in Brasile, metà milleottocento;un ricercatore oncologo negli States, e se lo sono accaparrati loro. Da parte materna: parenti in Argentina, Buenos Aires, un’altra parentela praghese.
Chi l’avrebbe mai detto che nel terzo millennio questo del nord-sud del mondo sarebbe stato riesumato come problema?
Pulsioni elementari giocano,paure e fobie da nuovo medioevo
.
Saluti

COMMENTO 2
Ho l’impressione che questi cominciano con lo scherzare, ma certamente mostrano un malcelato odio verso i meridionali.
Se avete un minimo di orgoglio, un sussulto di dignità, cominciate a privilegiare i prodotti meridionali rispetto a quelli del nord’Italia.
Li abbiamo arricchiti noi a questi signori ed ora siamo di peso, un ingombro, un fardello sporco di cui si vorrebbero liberare, hanno in testa solo il dio denaro.
Non vi fate abbindolare dalla pubblicita’, scegliete prodotti della nostra terra, è il metodo più intelligente per colpire la loro superbia di cafoni arricchiti.
Ricordate i giornali del nord quando parlavano di cucina meridionale (cucina povera etc.)? Oggi la cucina mediterranea è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, altro che cucina povera, è una cucina millenaria, siate orgogliosi di essere meridionali, abbiamo un grande passato, una grande civiltà.
OGNI INTERVENTO E' FIRMATO
Da L'Espresso del 20.4.08

sabato 19 aprile 2008

13.000 LICEALI

Poco meno di un anno fa, agli inizi di maggio la campagna elettorale in Francia era alle ultime battute: favorito il leader conservatore Sarkozy, forte dell’appoggio del mondo dell’industria e dei media.

Le speranze progressiste erano affidate ad una donna, Segolene Royal madre di quattro figli e moglie del segretario del partito socialista.

Aveva deciso di mettersi in gioco in prima persona in una battaglia disperata per dar voce alle attese di chi non ne poteva più di un’eterna precarietà o di un’altrettanto interminabile esistenza nelle periferie degli immigrati .

Una folla di giovani e giovanissimi aveva seguito Segolene nei suoi ultimi comizi. Una moltitudine piena di voglia di partecipare e di essere protagonista.

Lo sforzo della Royal ebbe un buon risultato ma non portò però alla vittoria elettorale.

Il candidato forte, l’uomo nuovo, il manager decisionista Sarkozy prese il potere e per un paio di mesi fu nelle prime pagine dei giornali europei per il suo attivismo in politica estera ed interna; basti ricordare la sua famosa commissione per le riforme con i migliori ‘cervelli europei’ ed un tentativo, poi rientrato, di togliere potere ai sindacati dei lavoratori.

Sono passati poco meno di dodici mesi e di quella vittoria sfavillante restano pochi bagliori.
Di lui si parla per lo più solo a proposito delle sue vicende personali.

Il Presidente è stato sonoramente sconfitto alle elezioni amministrative di due mesi fa e ieri gli studenti delle scuole statali erano in piazza a contestarne la politica verso la scuola.

Causa della manifestazione i tagli di 11.000 posti di lavoro nella pubblica istruzione.
E’ la settima volta in tre settimane, che i liceali scendono in piazza contro Sarkozy.
Altre due manifestazioni sono annunciate per il 15 e 24 maggio.

Lo striscione più eclatante recitava: “Un solo posto da sopprimere, quello dell’Eliseo”.
Le autorità hanno quantificato i partecipanti in 13.000. Per gli organizzatori erano almeno il triplo.
Da La Stampa del 18.4.08

venerdì 18 aprile 2008

DUE LIBRI DEDICATI ALL' ADOLESCENZA

Quando un giovane vive un profondo disagio psicologico lo evidenzia spesso con comportamenti autolesionisti: eccessi a tavola o consumo elevato di alcol, assunzione di droghe e, nei casi peggiori anche tentativi di suicidio.

Un’associazione milanese, Area G., che da vent’anni si occupa di questi problemi, ha promosso oggi a Milano, alla casa della Cultura di Via Borgogna, una giornata di studio sul problema.

Il convegno ha dato l’occasione di presentare un libro, curato dall’associazione ed edito da F. Angeli :”Il corpo come se, il corpo come sé”.

I contributi degli esperti, invitati all’incontro, ed il libro mirano a stimolare una riflessione profonda sul significato dell’atto autolesivo:

Assistenti sociali, educatori, insegnanti, neuropsichiatri, pediatri, psicologi, tutti coloro che entrano in contatto, per lavoro, con gli adolescenti, devono saper capire il messaggio che il giovane manda aggredendo il suo corpo e devono poter trovare gli strumenti per intervenire prima il comportamento autolesivo diventi irreparabile



Lo scorso 29 Marzo a Bologna alla libreria Giannino Stoppani è stato presentato un piccolo manuale edito da Giunti (costo 7.50 E.) dal titolo “Cosa succede nella pubertà?” di M. Castro

Si tratta di un manualetto di educazione sessuale che si rivolge direttamente agli adolescenti in modo spontaneo e sobrio ed utilizza un linguaggio semplice ed a tutti accessibile.

Bianca Pitzorno nella prefazione scrive che il libro si basa su un postulato e cioè che

«il sesso sia in assoluto qualcosa di positivo, una tra le più utili e appaganti funzioni dell'organismo umano e insieme una delle più utili e piacevoli attività a cui l'essere umano si possa dedicare, senza tabù sociali o religiosi e senza limiti di ipocrisia e perbenismo. Un'attività che però deve tener conto di un fattore essenziale: il rispetto, che viene costantemente richiamato nelle sue diverse espressioni».

Si tratta di un testo laico, attento ai valori etici universali e conscio dei reali bisogni dei preadolescenti.
Dal Corriere della Sera del 18.4.08 e Manifesto del 30.3.08

giovedì 17 aprile 2008

IL NO AL FASCISMO DEI PROF.

Nel 1931 Mussolini impose ai professori universitari il giuramento di fedeltà al fascismo.

Non giurare avrebbe significato un alto prezzo da pagare: perdita della cattedra, una pensione al minimo, persecuzioni, divieti, una vigilanza stretta e oppressiva.

Davanti ad una scelta così tremenda, il fascismo non è democrazia, i maggiori maestri di pensiero dell’epoca: dal Papa per i cattolici a Togliatti per i comunisti passando per Benedetto Croce invitarono i prof. a piegarsi.

Gli antifascisti avrebbero potuto esser più utili da dentro al sistema che dall’esterno.

Naturalmente c’erano anche quelli che avevano solo paura e basta oppure quelli che simpatizzavano per il potere nero.

Fu così che la stragrande maggioranza di loro aderì all’invito del Duce.

Dodici di loro, l’uno per mille, ebbe il coraggio di dire di no.

Tre giuristi, un orientalista, uno storico dell’antichità, un teologo, un matematico, un chirurgo, un antropologo, uno storico dell’arte, un chimico ed uno studioso di filosofia.

Salvemini, dall’esilio, ebbe ad annotare amaramente che nel gruppetto non c’erano nomi di insegnanti di storia o italiano che avevano spesso esposto le loro idee antifasciste.

I dodici, avevano estrazioni sociali e culturali molto differenti, ma anche delle cose in comune: una grande moralità, un alto senso della qualità della vita civile ed una buona attitudine alla ribellione:

Uno aveva già sfidato l’autorità della chiesa, un altro quella del potere universitario.

Rifiutarono il giuramento in quanto contrario alla loro coscienza, agli "ideali di libertà, dignità e coerenza interiore" nei quali erano cresciuti.

Di questo tormentato periodo parlano dettagliatamente due libri editi qualche hanno fa: ‘Preferirei di no’ (Einaudi) e ‘Il giuramento rifiutato’ (La Nuova Italia).

Da Repubblica del 16.04.2000
Il testo integrale dell’articolo e delle lettere che lo accompagnano sarà presente la prossima settimana nel link: approfondimenti

mercoledì 16 aprile 2008

INTEGRAZIONE DOPO IL VOTO. LE 2 STRADE

In Congo-Brazzaville nasce nel 1959 Jean Leonard Touadì. A vent’anni viene in Italia e si laurea in filosofia alla Sapienza di Roma e poi in giornalismo e Scienze Politiche all’università Luiss, sempre a Roma.

Ha insegnato filosofia in un liceo. Fa il giornalista e collabora anche con la Tv, in Rai 2.
Parla diverse lingue ed ha un’esperienza politica alle spalle: per due anni è stato Assessore alla Sicurezza del Comune di Roma.

Si è sposato con una ragazza romana Cristina, pure giornalista, ed hanno due bambine. Di loro dice:” Da come cresceranno, dalla loro capacità di inserirsi in questa società e mantenere aperta al tempo stesso la doppia appartenenza culturale potrò verificare il «laboratorio esistenziale» di questi anni trascorsi in Italia”.

Si parla qui oggi del sig. Tuadì perché è il primo parlamentare di colore nella storia d’Italia. E’ stato eletto lo scorso fine settimana nelle liste dell’ Italia dei Valori (PD).

Della sua elezione dice: “E’ il segnale che l’integrazione ha fatto dei passi avanti in Italia.”

A Milano il partito della lega Nord ha raddoppiato i voti rispetto alle politiche di due anni fa.

Ed oggi ha avanzato al Sindaco sig.ra Letizia Moratti la prima richiesta: via i campi nomadi dei rom dal territorio cittadino.

Non si è ancora appresa la risposta.
Dal Corriere della Sera del 15.4. e 16.4.o8

martedì 15 aprile 2008

DISUGUAGLIANZA

Spesso succede di parlarne, sia e prevalentemente in ambito economico sia in altri settori della vita civile, come per es. la mancanza di uguaglianza tra i cittadini di una nazione nell’accedere a determinati servizi o beni: dalla banda larga per i computer agli asili-nido tanto per prendere gli esempi di cui si parla più frequentemente.

Un recente articolo indirizza l’attenzione su un libro scritto da Giovanni Padovani, editore: Il Pensiero Scientifico avente per titolo “Il diritto negato”.

Nel testo il diritto non accessibile a tutti in egual modo è quello della salute.

L’autore ha sintetizzato nel suo testo una serie di studi epidemiologici individuando delle costanti nei risultati delle analisi e scoprendo che nel Sud dell’Italia la vita media è più breve che al Nord, anche se non di molto. Ma molte malattie vi incidono in modo molto superiore rispetto al settentrione.

Inaspettato anche il confronto tra durata della vita nelle grandi città, che risulta mediamente più lunga di quella di chi vive nei centri più piccoli o nei paesi di campagna.

Ma la differenza più eclatante, che emerge dallo studio, è la disuguaglianza tra cittadini dei quartieri ricchi e quelli che vivono in quelli poveri.

A Torino e Milano la vita media dura ben 4 anni di più, se si sta bene economicamente.
Sapere che a Londra gli anni raddoppiano a 8 o che a Washinton si quintuplicano giungendo fino a 20!! conforta ben poco.

La causa è comunque ben nota: maggiori mezzi consentono lavori non usuranti, permettono un grado di istruzione più elevato, un accesso più facile alle cure ed un esercizio della prevenzione più assiduo e informato.

Uno sguardo al passato permette di vedere che a Torino tra il 1970 e il 2000 il rischio individuale di morte è diminuito di quasi il 40% tra i laureati; è diminuito di oltre il 10% tra chi ha conseguito un diploma; mentre è addirittura aumentato (di quasi il 10%) per chi ha solo la licenza elementare.

Sorge spontanea la domanda su cosa succederà nei prossimi anni. La risposta purtroppo è che, perdurando o aggravandosi le disuguaglianze economiche, si allargherà anche la differenza in termini di lunghezza di vita tra chi ha dei mezzi e chi non ne possiede.
Da L’Unità del 9.4.08

lunedì 14 aprile 2008

LUMIERE & Co.

Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio, Peppe Ruggiero sono nomi sconosciuti al grande pubblico.
Se ne parla qui perché sono gli autori di un documentario che al recente Torino Film Festival, ha ricevuto la Menzione Speciale.

Il loro lavoro concerneva il problema, di cui si è parlato moltissimo nelle scorse settimane, dei rifiuti in Campania.

Impugnando la cinepresa come un arma hanno mostrato nel loro documento filmato la violenza “sotterranea ed invisibile delle ecomafie”.

Hanno raccontato il traffico illecito dei rifiuti che dal “ricco nord” inquina, con la collaborazione della malavita organizzata, le campagne del Sud, massacrandone il territorio.

Hanno scattato una lucida fotografia di una realtà in cui ci sono 1200 discariche abusive di rifiuti tossici, in cui le pecore muoiono per la diossina e la verdura viene prodotta su terreni inquinati.

Convinti che il documentario sia uno strumento importante quale “portatore di informazioni di attualità e di impegno civile” i responsabili della casa produttrice ‘Lumiere & Co.” Hanno deciso di offrirlo a prezzo agevolato alle scuole che possono prenotarlo chiamando il numero verde numero verde 800 910 468 attivo dal lunedì al venerdì ore 9.30-13.00 e 14.30-18.30.
Titolo del film Biutiful Cauntri

Fonte: www.libera.it

domenica 13 aprile 2008

IDEE INIZIATIVE: L'ALTRA VACANZA

Pare non arrivare più il bel tempo e con lui l’attesa estate. Il tempo delle vacanze.
Dall’associazione Libera viene una proposta per una vacanza diversa nel segno della solidarietà e della legalità.

Si tratta di fare un’esperienza di lavoro nei terreni confiscati alle mafie.
Per la prossima estate i campi sono presenti in diverse regioni: qui al Nord in Piemonte. Nel Sud in Campania, Calabria e Puglie e nelle due isole.

Un impegno di volontariato e di formazione civile nei terreni gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra.
L’obiettivo dei campi è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e sul senso civico che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto che contraddistingue la cultura mafiosa.

Gli interessati possono scrivere a: estateliberi@libera.it

sabato 12 aprile 2008

FA' LA COSA GIUSTA

“Fà la cosa giusta” si tiene in questo fine settimana per il quinto anno consecutivo nei padiglioni della Fiera di Milano.
La manifestazione coinvolge ben 400 espositori ed ha l’ambizione di coniugare l’economia con la solidarietà.

Una scommessa piuttosto difficile, specialmente in tempi di recessione economica. Ma la fitta partecipazione di espositori lascia ben sperare nella sopravvivenza di un tessuto economico-sociale che, negli ultimi anni, si progressivamente affermato fino a occupare ben due padiglioni della fiera milanese.

La realtà dei Gas, i gruppi di acquisto, ne è la prima prova. Negli ultimi 3 anni il loro numero è raddoppiato giungendo alla rispettabile cifra di 25.000.

Le parole d’ordine degli organizzatori sono due: consumo critico e stile di vita sostenibile.

Per quanto riguarda il primo gli agricoltori biologici e le organizzazioni non governative propongono uno slogan consumare meglio, consumare meno.
Una attenzione maggiore al prodotto che si consuma da un lato ed il limite all’eccesso dall’altro.

Per lo stile di vita invece si punta a prodotti, il cui acquisto, non significhi un danno ambientale.

Acquisto di oggetti quindi costruiti con materiali ecocompatibili in modo che in futuro potranno poi essere smaltiti facilmente.

L’offerta è ampia perché per il primo anno si punta al tema dell’abitare sia per chi ha una casa propria che per chi vive in condominio.

Vestire e giocattoli per bambini ecocompatibili sono altri due temi espositivi presenti alla fiera.

Per chi vuol saperne di più cliccare sui siti del giornale “terre di mezzo” di fieramilacity.
Dal Corriere della Sera del 9.4.08

venerdì 11 aprile 2008

PER CHI VUOL CAMBIARE I LIBRI DI STORIA

Otto vivono in varie città tedesche, uno in Australia. Hanno un’età che va tra gli 83 e gli 88 anni.
Sono con molta probabilità placidi pensionati che si godono la vecchiaia.

Purtroppo la tranquillità di questi signori sembra destinata a finire dopo che ieri la Regione Toscana ha firmato il decreto con cui si costituisce parte civile contro di loro, in un processo che si celebrerà presso il tribunale militare di La Spezia.

I nove vecchietti, negli anni della seconda guerra mondiale, portavano la divisa della sedicesima Divisione Granatieri Corazzata e del sedicesimo Reparto Ricognitori Corazzati delle SS. I militari di queste unità, nell’estate del 1944, furono autori di gravi delitti in Toscana, tra cui il massacro di Sant’ Anna.

Secondo l’accusa, i nove uomini furono corresponsabili di numerosi eccidi avvenuti in provincia di Massa Carrara tra il 19 e il 27 agosto 1944, in varie località, per noi sconosciute quali Bardine San Terenzo, San Terenzo Monti, Tendolo, Valla, Gragnola, Monzone, Equi Terme, Tenerano, Gallogna, Viano, Cecina, Vezzanello, Corsano, Guadine, Vinca.

L’accusa recita ”concorso in violenza con omicidio contro privati nemici”.

Costituendosi parte civile a distanza di tanti anni, la Regione Toscana intende ribadire che certi crimini non possono mai cadere in prescrizione, e questo non per dare sfogo a sentimenti di vendetta, ma perchè la giustizia è una condizione necessaria della memoria, è un modo per fissare una volta per tutte nella memoria quello che è successo perchè non si debba più ripetere.
Fonte: La Nazione di Firenze del 10.4.08

mercoledì 9 aprile 2008

IL BOTTO

Una strana campagna elettorale, prima il timore che si tornasse al clima di aggressione di due anni fa.
Poi ciò che non ti aspetti:

lo spuntare della Santanchè con la sua nostalgia per il fascismo.

l’entrata in scena di Ciarrapico, imbarazzante anche per il centrodestra. Qualche titolo e poi dell’argomento non si parla più.
Quanti se ne ricordano ancora?

Quindi l’ansia per l’ultima settimana.
Cosa si inventeranno per catturare qualche consenso?
Il parlare di brogli e fucili, tutte cose purtroppo già note.

Ed ecco oggi il botto. Autore Marcello Dell’Utri.

Personaggio più volte indagato, amico di tanti amici.

Dalle colonne del Corriere della Sera di oggi sentenzia: “I libri di storia, condizionati dalla retorica della Resistenza, saranno revisionati.”

Se c’era qualcuno che pensava che i pericoli di guardare all’indietro fossero inesistenti, forse è il caso che riveda un po’ le sue opinioni.

Dire ‘riscriveremo’ significa che per lui e qualcun altro andare al potere impone l’obbligo di disfare tutto ciò che in tanti e tanti anni si è faticosamente costruito.

Vuol dire che si vuol cancellare dalle fonti di memoria dei cittadini una storia, quella della Resistenza, per confezionarne una diversa: nelle loro intenzioni sicuramente più vera, oggettiva, limpida e scintillante .

Una concezione del governare che ricorda il film ‘Fahrenheit 451’.

E per oggi basta e avanza.
9.4.08

SE...SE....SE.....E ALLORA

Se un bel sabato pomeriggio molta gente si mette in fila con bel po’ di anticipo per poter avere un posto in un grande teatro cittadino allo scopo di vedere ed ascoltare una famosa scrittrice.

Se qualcuno prende la macchina e si sposta per qualche decina di chilometri per avere la stessa possibilità.

Se molti nonostante la coda non ce la fanno ad entrare e rimangono delusi all’esterno.

Se questo accade, si può ipotizzare che tutto ciò non succeda solamente perché c’è il grande evento e bisogna esserci.

Si è autorizzati a pensare che ci sia anche un interesse reale per il personaggio che parlerà dal palcoscenico.

Forse una minoranza dei 1200 spettatori presenti in teatro ha letto uno o due libri della scrittrice, i più ne hanno probabilmente sentito solo parlare, ma la maggioranza è al corrente del fatto che lei viene da un paese lontanissimo, il Sud Africa, in cui fino a pochi anni fa, fino al 1992, regnava l’apartheid.

In altre parole una minoranza di 3.000.000 di bianchi, discendenti dei coloni europei, teneva in stato di segregazione con le buone e le cattive maniere una popolazione di 30.000.000 di neri, privati di ogni diritto.

Ai più è di certo noto che N. Gordimer ha fatto qualcosa, da persona di pelle bianca, per cambiare, collaborando con persone di colore, l’enorme ingiustizia che pesava sul suo paese.

L’arma da lei usata per questa battaglia, lunga e difficile, è stata la parola, sia quella delle pubbliche dichiarazioni, sia quella scritta delle sue opere letterarie.

Usando la potenza di fuoco della parola, ha aperto varchi tra le fila del nemico, ha trovato amici e sostenitori, ha fatto conoscere in patria e fuori del Sud Africa i problemi del suo paese e le sofferenze della maggior parte di quel popolo.

Le sue parole hanno visto, in anni e anni di lavoro ostinato, ampliarsi costantemente il cerchio dei suoi ascoltatori, hanno fatto sì che le ragioni della sua lotta fossero note ad un pubblico sempre più vasto, attento, partecipe e solidale.

Se tutto questo è accaduto e accade allora forse è il caso di pensare a ciò che Todorov scrive sull’attività letteraria abbia qualche serio fondamento. (cfr. il link giovani-letteratura in questo sito)

Una letteratura, quella propugnata da Todorov, che non ha una funzione ‘consolatrice’, ma che è qualcosa di “necessario per vivere bene perché offre riflessione sulla nostra condizione, su come agiamo… e permette di costruirsi una prima immagine coerente del mondo.

Ed il praticarla, farla conoscere, farla incontrare a chi ne ha bisogno e ne sa ancora troppo poco, è alzare il grado di qualità della vita civile.

E quando da qualche parte ci sono iniziative in questo senso: Pordenone legge, Mantova... le persone si interessano,sia attivano, si spostano, ascoltano, partecipano.
9.4.08

lunedì 7 aprile 2008

5 e 19 APRILE

Il 5 e il 19 Aprile: giornate importanti per il nostro territorio.
Qui vicino, a Pordenone, ha parlato Sabato in un Teatro Verdi stracolmo Nadine Godimer, la scrittrice sudafricana bianca Premio Nobel, cui questo sito ha dedicato una scheda nella sezione giovani letteratura.

Il 19 si esibirà, sempre a Pordenone, la cantante nera Miriam Makeba, pure sudafricana.

Ambedue le figure si sono fatte conoscere in patria e all’estero con i loro libri e le loro canzoni durante la lotta all’apartheid e dopo.

Se sono arrivate qui vicino a presentare la loro opera, lo dobbiamo all’associazione Thesis, patrocinata dal Comune di Pordenone, che ha ideato una manifestazione annuale il “Dedicafestival”, che quest’anno rivolge la sua attenzione al Sudafrica.

E’ interessante notare come questa iniziativa non si limiti ai due grandi eventi del 5 e del 19, ma organizzi tutta una serie di attività attorno ad essi.

Tra queste pare importante segnalare quelle rivolte agli studenti:
Parole e immagini per Nadine Gordimer: proposta che chiede agli allievi delle scuole superiori di “tradurre le impressioni suscitate dalla lettura di alcune opere della scrittrice nella forma a loro più congeniale, sia essa la produzione di un saggio breve o le creazione di immagini … con la totale libertà di scelta grafica”.

Premio speciale dedica: per gli studenti universitari. Viene assegnato all’autore della miglior tesina sulla scrittura della Gordimer come espressione sia dei conflitti di un paese a lungo diviso su basi razziali sia della complessa realtà del nuovo Sud Africa”.

Se quindi il grande evento attira l’attenzione generale dei media a livello regionale, ma con riflessi nazionali (la scrittrice era ieri sera in Rai 3 a ‘ Che tempo che fa’ ed il conduttore ha riconosciuto i meriti dell’associazione Thesis per la sua presenza in Italia), i laboratori culturali che si costruiscono attorno allo stesso lasciano tracce solide nelle menti dei giovani che si impegnano nel lavoro di lettura, studio e produzione.

Ed a questo si aggiunge il sentirsi parte attiva di una manifestazione che coinvolge la città, le loro famiglie, e gli insegnanti che li guidano incoraggiandoli a far qualcosa che, al di là del premio o di un riconoscimento di partecipazione, potrà tornar loro utile sia in ambito scolastico che formativo.

7.4.08

IL PANE QUOTIDIANO

La provincia di Milano, la Cooplombardia e la Conad del Centro Nord hanno sottoscritto un accordo in tutela dei consumatori.

Dal 2 maggio fino all’inizio di autunno sarà possibile, in tutti i supermercati delle aziende firmatarie dell’accordo, trovare il pane di tipo “0” al prezzo di un 1 Euro al Kg.

All’accordo si è arrivati dopo l’appello al contenimento dei prezzi lanciato dalla provincia di Milano che aveva raccolto un invito di Padre Ottavio Raimondo del Centro Formazione e Ricerca Don Milani e Scuola di Barbiana.

L'iniziativa del pane a poco prezzo aveva preso il via da un accordo tra il Centro di Formazione e la Coop Adriatica.

Raccolte le prime adesioni, il Centro si è mosso ed opera per far sì che gli enti locali raggiungano intese finalizzate alla vendita al pubblico di generi di prima necessità a prezzi calmierati.

Filippo Penati, presidente della provincia di Milano, ha commentato l’accordo come il primo di una serie di iniziative mirate a produrre risparmi nei bilanci familiari.

E’ già successo di diffondere tramite questo sito idee e iniziative che hanno avuto successo e che possono essere riprese anche in loco.
Questa volta al centro della proposta c’è un argomento concreto e solido di tipo economico.

La qualità della vita di poveri e pensionati rischia seriamente di diminuire anche qua nel ricco Nord-Est. Basti vedere le quotidiane code davanti alla mensa dei poveri di Mestre.
Dal Corriere della Sera del 4.4.08

venerdì 4 aprile 2008

UN CONFINE: QUELLO TRA ITALIA E SLOVENIA

Una storia, che sul versante italiano, privilegia il dolore per la vicende delle fobie e sull’altro lato ricorda maggiormente le sofferenze causate dagli italiani.

Una studiosa italiana, che insegna all’università di Lubiana, decide di avvicinarsi ad una lettura di quelle dolorose vicende senza un approccio da ‘storia politica’, ma “interrogando e lavorando sui vissuti di uomini”.

Ne esce un libro: Il confine degli altri. La questione giuliana e la memoria slovena (prefazione di Guido Crainz, Donzelli, pp. 128, euro 14).

Già nota agli specialisti per il suo lavoro sulla storiografia slovena, Marta Verginella
ricorda come lo stato italiano non volle riconoscere a croati e sloveni lo status di cittadini.

Li dichiarò sudditi ed essi dovettero volenti o nolenti accettare il cambiamento del nome, non solo del proprio, ma anche di quello dei parenti sepolti nei cimiteri.

Una sorte toccata a decine di migliaia di persone che subirono per di più anche l’onta dello scherno “omuncoli impastati d’odio” perché erano ‘minoranza’.

L’autrice ricostruisce poi le origini degli antagonismi nazionali e ripercorre l’ evoluzione della vicenda attraverso l’acuirsi dello scontro tra il ‘risveglio slavo’ e gli italiani.

Un quadro di forti contrasti in cui si inserisce la tragedia delle foibe.
Vi finirono in tanti, collaborazionisti di fascisti e nazisti, ma non solo. Vi furono gettati anche antifascisti sia italiani che sloveni, che i nuovi invasori ‘jugoslavi’ temevano.

Il testo integrale dell’articolo di E. Collotti pubblicato sul Manifesto del 5.3.08 sarà fra qualche giorno presente nel link ‘approfondimenti’

giovedì 3 aprile 2008

UNO SGUARDO FUORI DI CASA

I soldi non bastano per molti ad arrivare alla fine del mese. Da una parte c’è chi si inventa il modello culturale della ‘decrescita felice’, dall’altra chi invece teme di non poter mandare i figli all’università.

Si parla orami diffusamente di impoverimento del ceto medio e i timori per il prossimo futuro
sono alti, così come la paura che la recessione degli Usa inizi a imperversare fra non molto anche qui.

Vittorio Sabadin della Stampa dà uno sguardo fuori dei confini nazionali e riferisce nel suo giornale di un’inchiesta di Penny Work del Times londinese.

La middle class britannica sta prendendo atto che non sarà più possibile sostituire l’auto con una nuova e più potente. La crisi dei mutui, i prezzi sempre più alti di cibo, energia ed istruzione privata impongono un cambiamento dei vecchi modi di pensare e programmare la propria vita.
Viene rimandata a chi sa quando la realizzazione del desiderio di giungere finalmente alla ‘upper class’, alla classe superiore.

Il Times parla di cambiamento sismico del modo in cui definiamo il nostro senso di appartenenza ad una classe sociale.

Scivolare inesorabilmente all’indietro non è facile per chi da decenni ha appartenuto orgogliosamente alla classe media britannica con ” valori che prescindono dal conto in banca e che sono composti da un ottimo livello di istruzione, da un senso civico elevato, da una grande disponibilità a viaggiare e conoscere altre culture.”

Ecco quindi apparire nuovi parametri di appartenenza sociale: gli acquisti al supermercato di beni prodotti in seguito a scelte etiche o ambientali. I libri letti. La scelta del luogo di vacanza .
Il parlare di difficoltà economiche non sarà più cosa disdicevole o poco educata.

” La propria cultura, il modo di comportarsi, … lo stile, l'accento e i congiuntivi saranno i nuovi parametri di aggregazione sociale.”

Evidente inizia ad apparire il distacco culturale dai ricchi attuali:
campioni sportivi, starlette della tv, furbetti del quartierino con il portafoglio pieno di soldi e la mente svuotata da ogni senso del gusto e della misura, spesso incapaci di articolare frasi con un senso compiuto.

Lucy, che ha dovuto lasciare il lavoro in una merchant bank per seguire i figli, racconta
Quello che posso fare io è comprare un oggetto antico per poche sterline e piazzarlo in casa. E’ questo che ti rende diverso da quelli che hanno i soldi ma non hanno gusto.

E il marito Roger aggiunge: “Io non sono quello che guadagno, sono quello che penso. Le persone che incontriamo e alle quali adesso siamo più vicini sono creative e possiedono libri. Dobbiamo tutti trovare la nostra nuova tribù”.
Dalla Stampa del 20.3.08

mercoledì 2 aprile 2008

'MAMME BULLE'

E’ già capitato in questo sito di parlare di episodi di bullismo e di descriverli cercando di capirne le cause.
Spesso i ragazzi, autori degli episodi, di cui si viene a conoscenza, hanno difficoltà alle spalle o appartengono a piccole bande di quartieri cittadini poveri o degradati.

Da un paesino della cintura torinese, Barbania, 1500 anime del canavese, viene un’altra storia che fa pensare anche ad un'ulteriore possibile causa.

In una terza elementare è iscritto un bambino autistico con disabilità riconosciuta del 100 per 100 che rende necessaria l’assistenza continua.

La scuola si trova in una via stretta, in salita.
La famiglia è organizzata. Ogni mattina il padre e la madre lo accompagnano in macchina davanti all’edificio. Marco viene aiutato a scendere e ad arrivare fino all’ingresso dove lo attende l’insegnante di sostegno. Non può essere lasciato solo.
Tutto bene fino a pochi giorni fa quando li sindaco con apposita ordinanza fa incatramare le strisce gialle del parcheggi, vietando di fatto alla famiglia di fermare l’auto, e predispone per la chiusura della strada.

Il provvedimento viene giustificato con ragioni di sicurezza per gli altri bambini.

Il padre rifiuta la proposta di far viaggiare Marco con lo scuolabus che si ferma ad 80 metri dalla scuoia. Spiega che suo figlio non può fare quel breve tragitto a piedi perché il sentirsi in uno spazio aperto lo fa reagire in modo che non può essere controllato e rischia anche di ferirsi. I medici confermano.

Niente da fare. Il sindaco si giustifica: “noi avevamo dato il permesso di parcheggio…poi le polemiche delle altre famiglie ci hanno portato a cercare strade alternative.”

Leggendo i dettagli della vicenda si scopre che le polemiche erano iniziate già nel 2006 quando un gruppo di mamme aveva organizzato un picchetto, poi tolto per l’intervento dei carabinieri, contro le strisce gialle che consentivano il parcheggio.

Quali giustificazioni cercare per capire? Dei problemi dei disabili si parla da tantissimi anni. Come pure di comprensione, accoglienza, apertura, disponibilità. Belle parole usate e riusate all’infinito in un Italia che ama pensarsi civile.

Siamo nel nord del Paese, in una delle sue parti più ricche. I protagonisti negativi non sono i giovani viziati, che hanno fumato qualche spinello e si sentono superiori, bensì madri e famiglie che accompagnano i figli alla scuola elementare.

Tanto hanno fatto da convincere sindaco e scuola.

Il padre di Marco si chiede: “perche non vogliono capire?” e poi cedendo all’amarezza dichiara:” Forse dovrei scrivere una giustificazione alla maestra nella quale spiego che mio figlio non sarà presente a scuola a partire da oggi, causa mamme bulle
Da: La Stampa di Torino del 27.3.08 e Il Messaggero di Roma del 31.3.08

martedì 1 aprile 2008

LEI E ALTRI

Lei è ben conosciuta. Appare in Tv, al cinema, in teatro. Brava, duttile, sa giocarsi in ruoli diversi.
Mai in primissimo piano, sempre un pò spalla.

Quando la Santanchè decide di candidarsi alle elezioni con la Destra e va ad Anno Zero a vantare il suo orgoglio fascista, lascia tutti di sasso compresi lo stesso conduttore ed altri presenti che non reagiscono.

Nei giorni seguenti qualche opinionista registra il disagio dei telespettatori, ma sembrano parole nel vuoto.
La signora bene continua a essere presente qua e là e pare incontenibile con le sue evocazioni di un passato che non sembra esser stato una tragedia.

Ed ecco allora lei entrare in gioco. Prende il posto che un tempo era di Sabina Guzzanti, si traveste da Santanchè e ne fa una bella comica, blobbata poi all’infinito.
Sollievo. E’ poco ma meno del nulla di prima e quindi vale. La signora dei salotti con le sue nostalgie non appare più così nuova e dirompente.

Non finisce qui.
Ezio Mauro, direttore di Repubblica, scrive un reportage: “Col ferro e col fuoco. Cosa è morto con i ragazzi della Thyssen”

Ed eccola all’Ambra Jovinelli di Roma, accompagnata da V. Mastandrea e C. Gioè, leggere il testo di Mauro interpretando il dramma di quegli uomini che tra urla e dolore stavano diventando dei corpi carbonizzati.

L’incasso della serata va alle famiglie.

Chi ha a cuore i contenuti che emergono dal video o gli argomenti da sottoporre al pubblico non può che provare un senso di sollievo seguendo il lavoro di Paola Cortellesi.

Dice: “Quello che possiamo fare, da attori, è dare voce. La memoria è un valore e col teatro invitiamo a ricordare, perché si dimenticano cose terribili.

Siamo disponibili a farlo in alte città”.

Sottolinea Mastrandrea: “Faccio un mestiere che mi permette di rendermi utile e, se posso, sono sempre disponibile.

Fonte: Tv e Repubblica del 27.3.08