venerdì 27 febbraio 2009

PER NON IMBARBARIRE LA NOSTRA CONVIVENZA CIVILE

Appello contro il razzismo

Premessa

Esprimiamo pubblicamente il nostro allarme per quanto sta maturando sul piano istituzionale in riferimento alla marginalità, accompagnato da una crescente indifferenza della società civile, apparentemente dimentica della sua storia e della tradizionale disponibilità all’accoglienza.

Appena ieri migliaia e migliaia di nostri concittadini hanno vissuto in terra di emigrazione in Europa e oltreoceano una storia di rifiuto e di criminalizzazione analoga a quella che ora si abbatte sugli odierni immigrati che percorrono le nostre strade alla ricerca di più vivibili condizioni di vita:

i cognomi dei connazionali emigranti a partire da fine Ottocento sono gli stessi che ritroviamo oggi sulle guide telefoniche del Portogruarese, del Sandonatese, dell’Europa e del mondo.

A spingere lontani dalla patria i nostri nonni sono state le stesse motivazioni che oggi portano da noi i nuovi immigrati: la fame, l’ingiusta divisione delle risorse del pianeta, l’insicurezza sociale e politica.

Chi si esprime con “cattiveria”di fronte a questo nuovo ed antico volto del cosiddetto “diverso”, dimentica la storia e i principi basilari della convivenza civile.

Chi guarda a questi uomini, anche se forniti di regolare permesso, come a dei potenziali nemici, secondo la logica della provenienza geografica, chi teme la loro concorrenza nel lavoro, nei servizi sociali e nella sanità, ignora che si tratta di persone che, in quanto tali, hanno i nostri stessi diritti.

Puntualizziamo quanto segue:

Lavoro: gli immigrati sono una risorsa per la nostra economia e non un pericolo. Essi, oltre a produrre ricchezza per il nostro Paese, pagano tasse e contributi in quantità maggiore di quanto non viene loro restituito in termini di servizi, previdenza e stato sociale.

Clandestinità: preoccupa l’introduzione del reato di clandestinità, nei confronti di moltissimi esseri umani che approdano nel nostro paese e per i quali vanno attivate strategie di legale, civile soluzione, non preventivamente discriminatorie. Essere “clandestini “non è mai una scelta, ma una condizione di vita da cui si vorrebbe uscire nel rispetto di leggi ispirate al senso dell’umana dignità.

Sicurezza: esprimiamo condanna degli episodi di violenza, riferiti spesso, però, in modo enfatico e tendenzioso, trasformati da colpe personali in colpe collettive. La colpa è sempre personale, mai collettiva, cioè riferita superficialmente ad un intero popolo o etnia: è questo un principio cardine del diritto che, se non rispettato, apre inesorabilmente le porte al razzismo di cui c’è inquietante testimonianza nella storia trascorsa.

Ronde e similari: dall’insicurezza e dalla paura, spesso usate politicamente per aumentare il consenso elettorale, non si esce con le ronde alimentate da diversi colori, con l’uso ambiguo di volontari pagati privatamente o con l’impiego dell’esercito, ma con le forze dell’ordine istituzionali.

Salute: i medici sono chiamati a curare e non a denunciare gli ammalati, anche se stranieri e momentaneamente sprovvisti del permesso di soggiorno. A questo sono tenuti dal giuramento di Ippocrate e dall’articolo 32 della Costituzione.
Con la minaccia di denuncia si provoca la fuga dai presidi sanitari di cura e di prevenzione delle malattie infettive. Quest’ultime non conoscono le barriere del colore della pelle e della provenienza geografica e mettono in pericolo la salute di tutti.

Schedatura dei marginali: ci sgomenta l’intenzione di schedatura riferita a barboni, rom e sinti (compresi i bambini) spacciata come utile e salvifica, in realtà suscettibile di essere utilizzata, come è avvenuto di frequente nella storia, come strumento di discriminazione. Costoro rischiano di divenire utili capri espiatori su cui scaricare ben altre responsabilità.

Classi- ponte: neghiamo, sulla scorta della memoria storica che ha abolito ancora negli anni settanta del secolo scorso le scuole speciali, l’istituzione di luoghi separati per bambini stranieri. L’educazione anche linguistica si compie in un ambiente stimolante di accoglienza, attivando strategie didattiche di confronto tra parlanti coetanei, anche perché le diversità, calate in un ambiente culturale corretto, stimolano ed arricchiscono e favoriscono una reale integrazione.

Ricongiungimenti familiari, tassa sul permesso di soggiorno, permesso a punti, diritto di cittadinanza basato sullo ius soli e non, come attualmente, sullo ius sanguinis, diritto di voto, …: auspichiamo che su queste questioni e sulle altre sopra indicate riferite ai problemi cardine della convivenza civile, il nostro territorio trovi spazi di pubblico confronto.


APPELLO
Si chiede all’Amministrazione comunale di Portogruaro di accogliere questa nostra istanza, confermando scelte di inclusione e di uguaglianza fra tutte le persone presenti nel nostro territorio.

Chiediamo al Governo in carica di rivedere provvedimenti suscettibili di favorire discriminazione, odio razziale, disuguaglianza sociale e più insicurezza per tutti.


Proponenti: comitato per la pace di Portogruaro
Zeroguerre
Emergency
Associazione “Nessuno è straniero”
Sindacato C.G.I.L

TEMPI MODERNI

Dal prossimo primo settembre sarò, con buone probabilità, non più insegnante precaria, ma semplicemente disoccupata!

A giorni compio 46 anni e dopo 10 anni di precariato nell'università e 11 nella scuola, a mia figlia dovrò dire che forse dovrò rinunciare a parecchie cose, visto che in casa entrerà uno stipendio in meno.

Sarò infatti una delle vittime del taglio drastico delle cattedre d'italiano, Storia e Geografia alle medie. Molto drastico, perché si tratta, grazie ai provvedimenti Gelmini/Tremonti, del 25% delle cattedre, che sugli alunni avranno l'effetto di 2 ore in meno d'Italiano la settimana (le ore scenderanno a 5, lo stesso numero propongono per Inglese).

... In tutto siamo stati 2000 a condividere la stessa sorte... 2000 persone destinate per quest'anno ancora alla precarietà e per il prossimo, insieme purtroppo a tante altre (svariate migliaia), alla non occupazione.

Ho passato un'estate nello sconforto, con mia figlia che vedendomi piangere (sono, ti assicuro, una donna risoluta e pratica, ma sono stata presa da una disperazione che mi ha disarmato) mi ripeteva «ma dai mamma, vedrai che le cose andranno meglio».

In una di queste giornate nere mi sono decisa a presentare la domanda come collaboratrice scolastica, bidella per capirci.

E due settimane fa sono uscite le graduatorie definitive e ho ricevuto moltissime chiamate per incarichi annuali fino al 30 giugno. Ho risposto che per quest'anno ancora facevo la prof, ma di tenermi in considerazione per il prossimo anno.

Da una scuola mi hanno risposto «Mi scusi, ma non pensa che una laureata dovrebbe avere altre aspirazioni?», da un'altra «Poverina ha ragione, abbiamo appena verificato che qui l'anno prossimo si perderanno 4 posti della sua classe di concorso».

Una possibilità di occupazione? No, neanche su questo posso farmi illusioni, la iattura dei tagli sarà terrificante anche per il personale Ata e quindi, neanche la bidella mi faranno fare.

Sono stanca, molto stanca... Nel frattempo mia figlia cresce e da grande vuole fare la professoressa come me, ma ormai aggiunge «se me la faranno fare». L'anno prossimo inizierà il liceo... verrebbe da chiedere se fosse possibile farle ereditare la mia posizione in graduatoria, almeno il mio infinito precariato avrebbe un senso..

Da una lettera firmata pubblicata oggi dall'Unità

lunedì 23 febbraio 2009

TESTAMENTO BIOLOGICO

Dopo la manifestazione di sabato contro il Disegno di legge del Governo le associazioni in indirizzo hanno divulgato il testo del testamento biologico:


Chi vuole sottoscriverlo può farlo totalmente o in alcune sue parti e poi
inviarlo ai destinatari che lo faranno avere ai presidenti di Camera e Senato.

LUIGI MANCONI presidente di «A Buon Diritto»
abuondiritto@buondiritto.it - Via dei Laghi, 12 – 00198 Roma

MARCO CAPPATO segretario dell’Associazione Coscioni
info@lucacoscioni.it - Via di Torre Argentina, 76 – 00186 Roma



DICHIARAZIONE DI VOLONTÀ ANTICIPATA
PER I TRATTAMENTI SANITARI


Io sottoscritto/a
nato/a il a prov.
residente a prov.
indirizzo
nel pieno delle mie facoltà mentali, in totale libertà di scelta, dispongo quanto segue in merito alle decisioni da
assumere nel caso necessiti di cure mediche.
CONSENSO INFORMATO
1. Non voglio Voglio essere informato sul mio stato di salute e sulle mie aspettative di vita, anche se fossi
affetto da malattia grave e non guaribile
2. Nel caso decidessi di non essere informato sul mio stato di salute e sugli esami diagnostici e le terapie da adottare,
delego a essere informato e a decidere in mia vece il signor
nato/a il a prov.
residente a prov.
indirizzo
3. Voglio essere informato sui vantaggi e sui rischi degli esami diagnostici e delle terapie
4. Autorizzo i medici curanti ad informare le seguenti persone:

DISPOSIZIONI GENERALI
In caso di perdita della capacità di decidere o nel caso di impossibilità di comunicare, temporaneamente
o permanentemente le mie decisioni ai medici, formulo le seguenti disposizioni riguardo i trattamenti sanitari.

Disposizioni che perderanno di validità se, in piena coscienza, decidessi di annullarle o sostituirle.
Dispongo che i trattamenti:
1. Siano iniziati e continuati anche se il loro risultato fosse il mantenimento in uno stato di incoscienza
permanente non suscettibile di recupero.
Non siano iniziati e continuati se il loro risultato fosse il mantenimento in uno stato di incoscienza permanente
e senza possibilità di recupero.
2. Siano iniziati e continuati anche se il loro risultato fosse il mantenimento in uno stato di demenza avanzata non
suscettibile di recupero.
Non siano iniziati e continuati se il loro risultato fosse il mantenimento in uno stato di demenza avanzata senza
possibilità di recupero.
3. Siano iniziati e continuati anche se il loro risultato fosse il mantenimento in uno stato di paralisi con incapacità
totale di comunicare verbalmente, per iscritto o grazie all’ausilio di mezzi tecnologici.

Non siano iniziati e continuati se il loro risultato fosse il mantenimento in uno stato di paralisi con incapacità
totale di comunicare verbalmente, per iscritto o grazie all’ausilio di mezzi tecnologici.

DICHIARAZIONE DI VOLONTÀ ANTICIPATA
PER I TRATTAMENTI SANITARI
DISPOSIZIONI PARTICOLARI

Qualora io avessi una malattia allo stadio terminale, o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, o una malattia
che necessiti l’utilizzo permanente di macchine o se fossi in uno stato di permanente incoscienza (coma o persistente
stato vegetativo) che secondo i medici sia irreversibile dispongo che:
1. Siano Non siano intrapresi tutti i provvedimenti volti ad alleviare le mie sofferenze (come l’uso di farmaci
oppiacei) anche se il ricorso a essi rischiasse di anticipare la fine della mia vita.
2. In caso di arresto cardiorespiratorio (nelle situazioni sopra descritte) sia non sia praticata su di me la
rianimazione cardiopolmonare se ritenuta possibile dai curanti.
3. Voglio Non voglio che mi siano praticate forme di respirazione meccanica.
4. Voglio Non voglio essere idratato o nutrito artificialmente.
5. Voglio Non voglio essere dializzato.
6. Voglio Non voglio che mi siano praticati interventi di chirurgia d’urgenza.
7. Voglio Non voglio che mi siano praticate trasfusioni di sangue
8. Voglio Non voglio che mi siano somministrate terapie antibiotiche.

NOMINA FIDUCIARIO
Qualora io perdessi la capacità di decidere o di comunicare le mie decisioni, nomino mio rappresentante fiduciario
che si impegna a garantire lo scrupoloso rispetto delle mie volontà espresse nella presente carta, il signor
nato/a il a prov.
residente a prov.
indirizzo

Nel caso in cui il mio rappresentante fiduciario sia nell’impossibilita’ di esercitare la sua funzione delego a sostituirlo
in questo compito il signor
nato/a il a prov.
residente a prov.
indirizzo

ASSISTENZA RELIGIOSA
1. Desidero Non desidero l’assistenza religiosa della seguente confessione:
2. Desidero Non desidero un funerale.
3. Desidero un funerale religioso secondo la confessione da me professata.
4. Desidero un funerale non religioso.

DISPOSIZIONI DOPO LA MORTE
1. Autorizzo Non autorizzo la donazione dei miei organi per trapianti.
2. Autorizzo Non autorizzo la donazione del mio corpo per scopi scientifici o didattici.
3. Dispongo che il mio corpo sia inumato/cremato.
In fede,
Autorizzo il trattamento dei dati al solo fine dell'iniziativa
pubblica "Inviaci il tuo Testamento".

Firma

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domenica 22 febbraio 2009

L' APPELLO DEL COMITATO PER LA PACE E DI ZERO GUERRE

Appello agli spiriti liberi e modesta proposta per prevenire.

Quale piccola espressione della società civile portogruarese, vogliamo esprimere pubblicamente il nostro allarme per quanto sta maturando sul piano istituzionale in riferimento alla marginalità, cui si contrappone una crescente ipnosi della società civile, apparentemente dimentica della sua storia e della tradizionale disponibilità all’accoglienza.

Appena ieri migliaia e migliaia di nostri concittadini hanno vissuto in terra di emigrazione in Europa e oltreoceano una storia di rifiuto e di criminalizzazione analoga a quella che ora si abbatte sugli odierni immigrati che percorrono le nostre strade alla ricerca di più vivibili condizioni di vita:

i cognomi dei connazionali emigranti a partire da fine Ottocento sono gli stessi che ritroviamo oggi sulle guide telefoniche del Portogruarese, del Sandonatese, dell’Europa e del mondo.

A spingere lontani dalla patria i nostri nonni sono state le stesse motivazioni che oggi portano da noi i nuovi immigrati: la fame, l’ingiusta divisione delle risorse del pianeta, l’insicurezza sociale e politica.

Chi si esprime con “cattiveria”di fronte a questo nuovo ed antico volto del cosiddetto “diverso”, dimentica la storia e i principi basilari della convivenza civile.

Chi guarda a questi uomini , anche se forniti di regolare permesso, come a dei potenziali nemici, secondo la mera logica della provenienza geografica, chi teme la loro concorrenza nel lavoro, nei servizi sociali e nella sanità, ignora che si tratta di persone che, in quanto tali, hanno i nostri stessi diritti.

Ci umilia l’introduzione del reato di clandestinità, premessa inquietante di una persecuzione permanente verso migliaia di esseri umani che approdano nel nostro paese e per i quali vanno attivate strategie di legale, civile soluzione, non preventivamente discriminatorie.

Essere “clandestini “non è mai una scelta, ma una condizione di vita da cui si vorrebbe uscire nel rispetto di leggi ispirate al senso dell’umana dignità.

Esprimiamo profondo disagio di fronte alla giusta condanna degli episodi di violenza, riferiti, però, in termini spesso scorretti, trasformati da colpe personali in colpe collettive imputate ad una intera etnia, (rom, rumena, exracomunitaria, ecc).

La colpa è, invece, sempre personale, mai collettiva: è questo un principio cardine del diritto che, se non rispettato, apre inesorabilmente le porte al razzismo di cui c’è inquietante testimonianza nella storia trascorsa.

Suscita uguale disagio il progetto di legalizzazione delle ronde, che trasformano i cittadini in pseudo poliziotti.

Riteniamo che i medici debbano curare, non denunciare gli ammalati, pur se stranieri e clandestini, per non tradire il giuramento di Ippocrate cui sono tenuti e per non favorire la fuga dai presidi di cura e di prevenzione delle malattie infettive.

Ci sgomenta la prevista schedatura di barboni e di marginali, spacciata come utile e salvifica, in realtà suscettibile di essere utilizzata, come è avvenuto di frequente nella storia, come strumento di discriminazione istituzionale.

Ci rattrista che centinaia di concittadini abbiamo firmato per un preventivo allontanamento di qualche decina di rom, additati come minaccia dell’ordine pubblico ed improbabile causa delle presenti difficoltà sociali, al di fuori di ogni reale conoscenza delle loro problematiche e ripetendo, inconsapevolmente, scelte già tragicamente praticate nel passato, approdate, poi, allo sterminio.

Neghiamo sulla scorta della memoria storica, che ha abolito ancora negli anni settanta del secolo scorso le scuole speciali, l’istituzione di luoghi separati per bambini giudicati “diversi”:

a nostro parere l’educazione si compie in un ambiente stimolante di accoglienza, attivando strategie didattiche di confronto tra diversi perché le diversità, calate in un ambiente culturale corretto, stimolano ed arricchiscono, non separano.


Auspichiamo che su queste e altre problematiche ( ricongiungimenti familiari, tassa sul permesso di soggiorno, permesso a punti, diritto di cittadinanza basato sullo ius soli e non, come attualmente, sullo ius sanguinis…) che si riferiscono ai problemi cardine della convivenza civile, il nostro territorio esprima adesione, trovi spazi di pubblico confronto e di dibattito unitario per non approdare ad un futuro imbarbarimento della comune convivenza civile.

Per il Comitato per la pace e per Zeroguerre
P.Leder - I.R.Pellegrini


Portogruaro 19 febbraio 2009

sabato 21 febbraio 2009

QUOTIDIANITA' 2009

Dal blog di Beppe Grillo riprendiamo la lettera che segue:

Sono un' infermiera di un'Azienda Ospedaliera, poche settimane fa mi è successo uno spiacevole incidente, nel quale ho riportato una frattura dello stiloide radiale e dello scafoide, con una prognosi di 90 giorni.

Immaginerete che questa situazione è di per se assai disagevole, ma dato che al peggio non c'è mai fine si aggiunge la nuova legge Brunetta. La suddetta legge sottolinea tre punti importanti:

1- Dare la reperibilità per la visita fiscale dalle 8:00 alle 20:00 con solo "un'ora d'aria al giorno" (dalle 13:00 alle 14:00)
2- Dare comunicazioni solo per via fax ad ogni spostamento per visite di controllo ed altro.
3- Decurtazione degli incentivi dallo stipendio.

Primo punto:
Vorrei sapere dall'On. Brunetta se ha mai letto la Costituzione Italiana ,in particolare gli art.13 e art.14 (rapporti civili) dove viene trattato il principio inviolabile della libertà personale e un individuo non può essere relegato contro la sua volontà a differenza della nuova legge Brunetta che impone una sorta di arresti domiciliari.

Secondo punto comunicazioni via fax.
Io vivo da sola e non posseggo un fax nell'incidente ho riportato anche una distorsione al piede che non mi permette la deambulazione. Il primo negozio provvisto di fax dalla mia abitazione dista circa 3km, non posso guidare,vorrei sapere come posso inviare antecedentemente i vari fax che mi dovrebbero garantire gli spostamenti senza incorrere in sanzioni.

Terzo punto detrazioni sullo stipendio.

Mi viene negata la mia libertà;non posso tornare a lavorare per via della frattura. Come un detenuto devo comunicare tutti i miei spostamenti e per finire in più vengo anche penalizzata sullo stipendio.

Mi sembra che questa penalizzi solo chi ha dei veri problemi di salute e i soliti "furbetti del quartierino" riusciranno comunque a farla franca

A questo punto faccio un appello per trovare a livello mediatico qualcuno che mi sostenga per una provocazione: essere riammessa al lavoro come "portatrice di gesso". Questo perché non voglio rimanere in "carcere"per ben 3 mesi con solo la colpa di essermi infortunata. Saluti

giovedì 19 febbraio 2009

SPAZI

In qualche giornale e sul canale televisivo della 7 si è parlato della 'dimenticanza della Rai' che non ha mandato nessuno a Milano al processo Mills, in cui il corruttore condannato apparteneva a un'azienda di propietà del premier.

Non stupisce che il servizio pubblico nazionale sia assente là dove i network più importanti sono presenti.

Si è orami troppo assuefatti all'arroganza del potere ed alla subordinazione dei media ai suoi dettati.

Colpisce che qualcuno ne abbia parlato e che la notizia (quella dell'assenza Rai) sia uscita. Che ci sia ancora qualche spazio?

Recentemente è andata in onda sulla rete ammiraglia, la 1, una trasmissione in cui il direttore del Tg: G. Riotta parlava della gravità della crisi economica con due pezzi da 90: un membro italiano dell'esecutivo della BCE di nome Bini Smaghi, ed una penna da prima pagina del quotidiano della Confindustria, Il Sole 24 Ore.

Nel corso della conversazione venivano confermate tutte quelle notizie più o meno catastrofiche che purtroppo ci si è abituati a digerire quotidianamente, ma soprattutto c'era unanimità sul modo per uscire dalla crisi:

Alzare il potere di acquisto di salari e pensioni, aumentare i soldi per gli ammortizzatori sociali allo scopo di aiutare che perde il lavoro ed altre misure simili per proteggere i giovani a progetto o a tempo determinato che non hanno diritti.

Appariva chiara dalla discussione la scarsa incisività, se non insufficenza, delle misure prese dal governo nazionale.

E questo veniva detto non da Rifondazione, ma da persone che hanno altre collocazioni politiche.

Particolare: tutto questo lavoro giornalistico, ben articolato e comunicato in modo non tecnico, ma comprensibile dal pubblico più vasto, è andato in onda dalle ore 23.30 alle 0.30 di venerdì scorso.

Altro esempio: Ricorderete tutti che qualche settimana fa l'on. Di Pietro venne additato da ogni organo di comunicazione come colui che aveva osato insultare il Capo dello Stato nel corso di una manifestazione sulla giustizia.

Ci fu modo di scrivere qui che la corale indignazione consentiva di non parlare dei contenuti della manifestazione.

Bene, i giornali dei giorni socrsi hanno messo in una breve delle pagine interne la notizia che veniva archiviato ogni provvedimento contro Di Pietro perchè il fatto - le offese - non sussisteva.

Spazio: Tre righe.

Colpiva oggi l'insistenza del Tg2 e di Canale 5, in apertura di giornale, sulla notizia della cattura dei due romeni, colpevoli dell'ultimo crimine di stupro, e sulla rivolta nel centro immigrati di Lampedusa.

Minuti e minuti di trasmissione con primi piani, immagini ferme sui volti dei delinquenti o sui resti dell'edificio dato alle fiamme nell'isola.

Veniva spontanea la domanda. Cosa stanno nascondendo?

martedì 17 febbraio 2009

EFFETTI COLLATERALI

Nella striscia continua della home page del sito vengono regolarmente inserite le notizie riguardanti le morti bianche.

Il più delle volte mancano i nomi delle persone che lasciano la vita per poter lavorare e portare a casa qualche soldo.
Più frequente è invece l’occasione di conoscere l’età delle vittime e il luogo dove abitavano.

Poi tutto si ferma là.
Alla costernazione ed al dolore dell’ennesima tragedia si aggiungono gli stessi sentimenti per quella successiva.

Un susseguirsi continuo e mai interrotto di notizie porta ad una quasi assuefazione ad una ‘normalità’ che tale non è e non deve essere.

Dopo un giorno o due si dimentica oppure sarebbe meglio dire: si è costretti a dimenticare per il sopravanzare di altri eventi.

Con la conseguenza che l’indignazione e la ribellione non trovano tempo e spazio per esprimersi.

Eppure ci sarebbe grande bisogno di una pubblica indignazione e di una pubblica rivolta pacifica contro la strage quotidiana.

Il numero delle vittime non dice le dimensioni reali della questione.

Chi è più fortunato e resta invalido diventa un problema per chi vive assieme a lui.
L’esistenza di un’intera famiglia e quella delle relazioni tra le persone che ne fanno parte ne viene pesantemente condizionata.

Di quest’ultimo aspetto si parla assai di meno. Lo si dà quasi per scontato.

A Torino si sta svolgendo il processo per la tragedia della Thyssen-Krupp ed al proposito escono testimonianze sconvolgenti.

La madre Rosario Rodinò dichiara che dal giorno della tragedia lei e suo marito si sentono in colpa per aver condiviso la scelta del figlio di lavorare in quella fabbrica.
Dall’orgoglio alla disperazione.
Aggiunge: “Da quel giorno non ci sopportiamo più nemmeno tra noi.”

E poi ripete che di tragedia annunciata si sta parlando perché il figlio tornando a casa ripeteva spesso che se succedeva qualcosa nessuno si sarebbe salvato.

La sorella parla invece dei rapporti tra lei, il marito ed i figli che da allora non sono più gli stessi.

Dichiara: “..sono scontrosa, arrabbiata, cattiva, ma non mi sento più cattiva degli assassini di mio fratello che per me era come un figlio e per colpa loro ci ritroviamo così".
E poi ancora: “…noi questo Natale l’abbiamo passato al cimitero. E i padroni e dirigenti della fabbrica dov’erano?

Viene da chiedersi:
quante persone stanno ora lavorando e pensando che la loro esistenza è a rischio?.

Se ci sono più di 1200 vittime l’anno delle morti bianche, quanti altri pagheranno senza aver colpe con danni materiali e personali sia a livello psicologico individuale che interrelazionale?

Fonte: La Repubblica di oggi.

domenica 15 febbraio 2009

DUE GIORNI SENZA AVVOLTOI

Avvoltoio, rapace che si nutre di animali morti, è il simbolo scelto da firme sempre critiche verso il potere costituito - M.Travaglio,N.Rangeri - e anche da altre che presentano posizioni diverse: C. Magris e M. Serra.

Avvoltoio o avvoltoi sono i giornalisti, o i controllori delle testate televisive, che si sono precipitati sul caso Englaro per fare quello che tutti abbiamo visto e sentito.

Giovedì e Venerdì sono stati due giorni in cui questi uccellacci sono stati messi in un angolo da due iniziative:

Giovedì sera a Roma una grande folla, chiamata dal PD, è scesa in piazza per difendere la Costituzione, costringendo Stampa e Tv a parlarne in modo diffuso ed a mandare in onda immagini significative.

Venerdì lo sciopero della Cgil (metalmeccanici e Funzione Pubblica) ha fatto vedere un pezzo del Paese reale che, nonstante la crisi, sa perdere i soldi di una giornata di lavoro perchè in ballo non c'è l'entità del salario o dello stipendio, ma molto di più: l'economia dell'intera nazione che deve promuovere il lavoro per chi non ce l'ha e garantire quelli che il posto lo hanno.

Sono state due giornate in cui è parso di respirare un'aria diversa, anche nei media le cui pagine on-line aprivano sui due avvenimenti.

L'attacco degli avvoltoi può essere dunque respinto. Sì se l'opposizione si organizza ed attacca a sua volta.

Pare siano 200.000 le firme raccolte da Giustizia e Libertà con il suo appello, ma molto più grande è stato il numero di coloro che si sono sentiti uniti nel respingere l'attacco frontale alla carta fondativa dello Stato.

Ne dà prova la rapida retromarcia degli aggressori.

Lo stesso è successo con la manifestazione di Venerdì. Marcia indietro di chi fino a poco prima parlava in modo diverso dello stato dell'economia.

Cisl e Uil che lasciano dichiarazioni di presa di distanza dall'esecutivo con cui separatamente hanno firmato accordi e dulcis in fundo la Confindustria che si pronuncia in sintonia con Epifani.

Il Governo non ha soldi per pagare i crediti che tante piccole imprese hanno nei suoi confronti. Soldi che ora servono e molto.

Rilanciare l'economia, lo dicono e scrivono tantissimi, significa mantenere il potere d'acquisto dei salari e pensioni e dare ammortizzatori, cioè soldi a chi non percepisce quasi nulla: cassaintegrati, precari, lavoratori part-time.

Davanti a questa montagna che si muove i virtuosismi mediatici dei tanti imbonitori che appoggiano il governo si rivelano deboli.

Di qui, probabilmente, la necessità di trovare nuovi pretesti per scatenare gli avvoltoi e chi li sostiene.

Da qui però anche lo spazio per rilanciare politiche che hanno già il consenso di moltissimi.

giovedì 12 febbraio 2009

DOPO LA TEMPESTA

Oggi giorno della manifestazione del PD per la difesa della Costituzione.

In attesa di conoscerne la portata è utile tornare sulla tempesta mediatica scatenata sul caso Englaro perchè sono apparse considerazioni di firme anche prestigiose sulla strumentalità dell'uso fatto della Tv e dei giornali da parte di chi li controlla.

Scrive M. Travaglio:

Si dice che gli uomini si svelano fino in fondo solo di fronte alla morte.

È stato così anche di fronte alla morte di E.E. (come Michele Serra, non voglio neppur nominare quella povera ragazza usata come scudo umano dai peggiori avvoltoi).

Che ha costretto politici e giornalisti a dare il meglio o il peggio di sé.

Berlusconi ha mostrato fino all'ultimo quanto gl'interessasse «salvare una vita»:

dopo l'assalto al Colle, ora confida al fido Minzolini:

«Abbiamo tutto l'interesse ad andar d'accordo con Napolitano, potrebbe crearci problemi»:

per esempio non firmare le leggi incostituzionali sulla giustizia.

Intanto le sue tv, che lui controlla fotogramma per fotogramma, hanno sciacallato finchè han potuto, poi han mandato in onda quattro ore di «Grande Fratello».

Così Canale 5 ha fatto il pieno di ascolti e di introiti pubblicitari e Mentana è rimasto in naftalina, per non disturbare Vespa.

Il quale, un'ora dopo la morte di E.E., aveva già riaperto il set di Cogne, di Erba e di Perugia, con qualche ritocco ad hoc per evitare confusioni, ma sempre sul filone «giallo».

Infatti, al secondo minuto di trasmissione, c'era già un «esperto» che lanciava sospetti sulle «vere cause» del decesso e invocava «esami tossicologici» per trovare le prove dell'omicidio.

Fatica sprecata: bastava interpellare Quagliariello, Gasparri, Fede o Giordano, che l'assassino l'han già scovato da giorni:

Napolitano o, in alternativa, Peppino.

Mancava solo il plastico della clinica «La Quiete», ma gli scenografi dell'insetto necrofilo ci stanno lavorando. Poi dice che uno guarda il Grande Fratello.

Fonte: Unità di ieri

martedì 10 febbraio 2009

IL COLORE DELLA CAMICIA

Nessuno dubita che tramite il caso Englaro sia stato sollevato un polverone mediatico che ha pochi precedenti.

Una densa cortina fumogena dietro alla quale si nasconde l'operato di chi ci governa.

Un lavoro che aveva visto come ultimo provvedimento il Decreto Sicurezza con, tra altre cose, l'obbligo per i medici di denunciare i clandestini malati e l'istituzione delle ronde.

Decisoni che potevano aver eroso i consensi per l'esecutivo che, forse, aveva bisogno di una mossa a sorpresa per recuperare credito.

Se sul versante migranti ha pensato bene il settimanale Famiglia Cristiana a riportare tutti con i piedi per terra, lanciando l'allarme su nuove leggi razziali, sul versante ronde la questione è ancora tutta da affrontare.

E con aspetti che riguardano da vicino il nostro territorio.

Le forze dell'ordine hanno avuto bilanci tagliati dalla finanziaria.
Trovare lavoro è difficile anche nel ricco nord-est.

Perchè non proporre ai giovani di partecipare all'ordine pubblico?
Per ora si parla di 'volontari', ma poi qualcosa arriverà nelle loro tasche.

Alle dipendenze di Sindaci sempre più protagonisti ed aggressivi potranno dedicarsi alla sorveglianza di parchi e cespugli, salvo poi, speriamo di no, dare una mano in caso di qualche disordine causato dalla mancanza di lavoro o da migranti di passaggio.

I giovani veneti che possono venir arruolati sono cresciuti nel benessere più totale e non sono certamente ideologicizzati.

Si può trovare qualcosa di meglio? Pronti ad obbedire senza pensarci su più di tanto.

Basta aprire il Gazzettino di domenica e un titolo a sette colonne parla di Gianluca Forcolin, parlamentare della Lega Nord e Sindaco di Musile di Piave che, approvato il decreto al Senato, è passato subito all'invito pubblico per l'iscrizione nelle liste dei 'volontari'.

"Spero che risponderanno in tanti all'appello" ha dichiarato "..assieme alle pattuglie di vigilanza notturna, garantiranno maggior sicurezza ai cittadini".

Moderni 'contractors' che avranno sicuramente il consenso e dei familiari e dei cittadini garantendo popolarità a chi li ha chiamati.

Di spalla altro articolo dedicato a Jesolo dove la Lega rilancia le 'camicie verdi'.

"..pronti ad avvisare le forze dell'ordine in caso di minacce alla sicurezza della città".

C'è da pensare che chi scrive l'articolo abbia perso il senso del ridicolo, ma resta il fatto che vi si parla apertamente di inquadramento nel Comune -quindi stipendio-.

Vale la pena ricordare che Musile di Piave è un comune a lungo amministrato dal centro-sinistra e che quello che succede là può ripetersi altrove.

E di camicie di colore diverso dal verde che nella storia del secolo scorso ne hanno combinato di cotte e di crude si serba ancora memoria.

lunedì 9 febbraio 2009

PAROLE DI ZAVOLI

Il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, Sergio Zavoli, eletto pochi giorni fa, ha mandato all'associazione in oggetto la dichiarazione qui sotto riportata.

Più volte succede di dover rilevare i silenzi o i due pesi e due misure di tanti notiziari della Tv di Stato.

Le prossime settimane diranno se su questo tema, cruciale per la nostra democrazia, basterà l'impegno del presidente Zavoli.


"Cari amici di Articolo21 mi sono detto, credo ragionevolmente, che ora bisognerà colmare il grande vuoto lasciato dalla vicende della Vigilanza. A tutti ben note e a voi in particolare.

E’ il motivo per cui ho deciso di parlare dei miei progetti, e delle relative verifiche in Commissione, solo quando l’attività della Bicamerale sarà pienamente operativa. E ciò dovrà avvenire al più presto.

In questo senso ho preso un impegno.

Sono davanti a noi problemi di una natura severa. Talvolta perfino gravi, e al servizio pubblico si pone l’obbligo di farvi fronte con la consapevolezza che, la complessità dei fenomeni e degli eventi di oggi, esige preparazione e risolutezza, in uno spirito mi auguro condiviso dal Paese.

Un Paese che non ha mai avuto come oggi tanto bisogno di sapere per capire, e di capire per poter scegliere e rifiutare.

Il ruolo del servizio pubblico insomma è divenuto così cruciale per la crescita civile e culturale della comunità da doverci imporre il rigore dovuto a chi si aspetta dal Parlamento, dopo una stagione non certo esemplare dal punto di vista delle risposte urgenti cui dover provvedere, una politica che si riappropri del suo primato".

sabato 7 febbraio 2009

EL PAIS

Il quotidiano spagnolo ha scritto ieri:

Messo nell'angolo dalla pressione dei cattolici più integralisti il governo Berlusconi ha scritto un decreto per impedire l'esecuzione della sentenza della Corte d'Appello di Milano: Un piccolo colpo di stato

Fonte. L'Unità del 07.02.09

venerdì 6 febbraio 2009

LAVORO DA FARE

Equiparare i militari italiani che giurarono fedeltà al nazismo ed i partigiani che combatterono la dittatura è una proposta di legge per la quale gli aggettivi si sprecano: da odiosa a rivoltante.

Quel che è certo è che questa legge nasce dalle elezioni dello scorso anno. Dalla vittoria netta del centro destra.

Un centro destra in cui le caratteristiche del centro sono sempre molto opache, mentre brillano quelle della destra più cinica.

E di cinismo bisogna pur parlare perchè la destra francese o tedesca sarebbero in difficoltà a prendere un'iniziativa come quella in atto qui da noi.

Perchè allora tanto accanimento contro i partigiani e la memoria di quel che hanno fatto?

Si possono ipotizzare varie risposte, tutte magari valide.

Interessa maggiormente però inquadrare l'iniziativa in oggetto in un raggio di azione governativa che si va delineando con chiarezza.

Da un lato infatti la campagna contro i clandestini con balzelli odiosi, come la tassa sul permesso di soggiorno o l'obbligo fatto ai medici di denunciarli se chiedono cure.

Dall'altro in modo meno barbaro, più dialogante e apparentemente 'democratico' si va contro quei magistrati che ancora resistono o si stringono le maglie della già ipercontrollata tv di stato.

In economia si propagandano aiuti che poi proprio tali non è sicuro che lo siano.

Finchè si prendono in giro i pensionati con la Social Card il disagio non diventa un pericolo, ma quando si toccano gli interessi degli industriali allora là nascono problemi seri.

Lo conferma l'uso del parlamento: tanti decreti legge e pochi provvedimenti discussi prima in aula.

Richieste di fiducia su leggi importanti dove si dovrebbe discutere e invece si evita il confronto perchè la maggioranza non è poi così solida come si vuol far intendere.

Negli ultimi giorni il governo è stato battuto più volte al Senato.

Ecco allora delinearsi una politica di controllo, da parte di pochi, del Parlamento, dei giudici, dei media e , ci sono voci, della Corte dei Conti che restringono in modo enorme le maglie del tessuto istituzional/democratico.

Un bel colpo poi alla memoria ed al prestigio dei partigiani ed il gioco della destra è ben avanti se si pensa che otto mesi fa non era al governo.

Che fare oltre che capire e preoccuparsi?

Reazioni vengono dall'A.n.p.i.(leggere qui sotto), i sindacati si stanno muovendo, ieri scontri a Pomigliano dove rischia di chiudere uno stabilimento Fiat, altri settori della società civile si stanno mobilitando.

Importante tenersi informati e diffondere le notizie, farne parte il maggior numero di persone possibile perchè dai media nazionali ogni cosa viene accuratamente manipolata e proposta in modo da ricavarne consenso.

mercoledì 4 febbraio 2009

LA REAZIONE DELL' A.N.P.I.

La destra ci riprova:

vuole equiparare partigiani e deportati ai militi di Salò. In poche parole chi combattè per la libertà viene messo sullo stesso piano dei 'repubblichini'(le SS italiane) che dovevano prestare il seguente giuramento:

"Davanti a Dio presto questo giuramento: che nella mia lotta per la mia Patria italiana contro i suoi nemici sarò in maniera assoluta fedele ad Adolf Hitler, comandante dell'esercito tedesco e quale valoroso soldato sarò pronto in ogni momento a dare la vita per questo giuramento."

La proposta di legge è già all'esame del Parlamento.

Il NO dell'ANPI.

Roma, 7 febbraio 2009: allle 10,00, al Teatro Italia, assemblea popolare promossa dall’ANPI di Roma e Lazio.

A Venezia, 11 Febbraio 2009 convegno contro la legge denominata Ordine del Tricolore.
Ore 16 nell'aula magna della facoltà di Architettura (IUAV).

Vi aderiscono partiti, sindacati, associazioni e la comunità ebraica rappresentanta da Amos Luzzatto, presidente del Centro Internazionale di Studi P.Levi di Torino.

lunedì 2 febbraio 2009

SEMBRAVA.....

Sembrava che alla fine della settimana scorsa avessimo toccato finalmente il fondo della crisi sociale che strangola il paese.

Pareva che dopo le strumentalizzazioni mediatiche di mercoledì 28 in seguito alla manifestazione di protesta dell'associazione dei familiari delle vittime della mafia, dopo l'orrore degli stupri, prima a Guidonia e poi altrove, dopo le parole del parroco di un paese del trevigiano che aveva affermato che le gamere a gas erano utilizzate per disinfettare si fosse raggiunto l'apice dell'espressione del malessere che attanaglia chi vive in Italia.

E invece no: vicino a Roma adolescenti italiani danno fuoco ad un immigrato, per divertirsi, hanno detto. Perchè la serata era noiosa.

Sui giornali di oggi si inizia finalmente a notare qualche intervento quanto meno decente che ricorda che certi episodi non nascono a caso.

Succedono se qualcuno in qualche modo crea l'humus in cui può germogliare l'odio o l'intolleranza.

Partiamo dalla manifestazione per la giustizia di mercoledì a Piazza Farnese:
nella striscia quotidiana in home page si era scritto che si voleva vedere come ne avrebbero parlato i media.

Di quel giorno la maggior parte ricorda che c'è stata una polemica perchè l'on. Di Pietro ha mancato di rispetto al capo dello Stato.

Dei motivi per i quali i familiari delle vittime di mafia hanno indetto la manifestazione non si è parlato, se non molto a margine e i servizi dei TG ci hanno sorvolato.

Ma se qualche migliaio di persone si riunisce pubblicamente ci sarà qualche motivo
anche serio.

E di chi è il compito di riferire, se non della stampa.

Ma è estenuante trovare notizie al riguardo.

Per gli stupri si rinvia all'articolo qui sotto.

Riguardo al parroco del trevigiano, sconfessato poi e dal Papa e dal governatore del Veneto Galan, era già capitato di segnalare su questa colonna come la nostra regione fosse stata presente con il gonfalone al funerale del leader austriaco Haider a Klagenfurt qualche mese.

E pure qualche comune, come Jesolo.

In seguito c'era stata l'uscita del parroco di Pramaggiore contro la commemorazione Anpi dei martiri dello stesso paese, uccisi dai nazifascisti.

E guarda caso le dichiarazione sull'uso delle camere a gas nei campi di sterminio
esce ancora da un paese di questi terriori, non lontani dalla Carinzia.

L'episodio di Roma tira in ballo chi per mesi ha predicato contro i cittadini non comunitari e la necessità di agire contro di loro in modo inflessibile.

Da cosa nasce cosa si usa dire.

Forse è arrivato il momento che la destra si interroghi severamente sull'effetto ultimo delle parole dei suoi esponenti.

Forse è ora che i media più responsabili si chiedano che risultati concreti hanno i loro silenzi o il loro glissare e modifichino titoli e contenuto degli articoli.

Forse è ora che le persone, che credono che una vita sociale normale sia possibile decidano di prendere delle iniziative, perchè altrimenti il tessuto rischia di deteriorarsi ulteriormente con conseguenze prevedibili.