mercoledì 15 ottobre 2008

PANORAMI INTERNAZIONALI: RITORNO A PRIMA DEL 1978

«Ogni anno 100 milioni di persone vengono spinte sotto la soglia della povertà a causa delle spese mediche».

A dirlo è il Rapporto annuale dell'Organizzazione della Sanità, che in occasione del trentesimo anniversario della prima conferenza sulla salute lancia l'allarme

«Si sta tornando pericolosamente alla situazione precedente al 1978» quando la popolazione benestante, e quindi di regola anche più sana, aveva un migliore accesso alle cure mediche, mentre i poveri dovevano fare affidamento solo su se stessi.

Questo perché le «deseguaglianze nell'accesso alle cure mediche nel mondo sono impressionanti», dice l'Oms che invita a tornare ai principi di base della sanità.

Primo tra tutti quello delle pari opportunità nell'accesso alle cure e nelle spese sostenute nel mondo.

A preoccupare sono soprattutto i dati sulle disuguaglianze di accesso alle cure tra Nord e Sud del mondo.

«Le differenze tra paesi poveri e paesi ricchi sull'aspettativa di vita hanno superato ormai i 40 anni - si legge infatti nello Studio - e su una cifra stimata di

136 milioni di donne che ogni anno danno alla luce un bambino, circa 58 milioni non riceveranno alcuna assistenza medica durante il parto e nel periodo post-parto, mettendo così a rischio la sua vita e quella dei loro bambini».

Ma disuguaglianze gravi emergono anche all'interno di uno stesso paese, anzi, a volte anche in una stessa città. Un esempio su tutti è quello di Nairobi, dove il tasso di mortalità dei minori di cinque anni è inferiore del quindici per mille a quello di una zona interna.

Insomma, scrive a chiare lettere l'Oms, molti sistemi sanitari hanno perso di vista i loro obiettivi quelli che nel 1978 modificarono radicalmente i modelli dominanti di organizzazione e prestazione delle cure sanitarie, ossia

«un giusto accesso alle cure, la capacità di investire con saggezza le proprie risorse e la capacità di andare incontro ai bisogni e alle richieste delle persone, soprattutto di quelle più povere e marginalizzate».

Altra debolezza sottolineata dal Rapporto è un eccessivo ricorso agli specialisti rispetto ai generici e ai medici di famiglia, così come un approccio concentrato sulle malattie dei ricchi e sulle tecnologie di avanguardia.

Viene pertanto trascurata la prevenzione, mentre un miglioramento delle misure preventive «permetterebbe di ridurre il carico mondiale delle malattie di circa il 70per cento».

«La strategia di base per affrontare queste iniquità è arrivare alla copertura universale con uno spirito di equità, giustizia sociale e solidarietà - scrive l'Oms per cui sono due i veri obiettivi generali della sanità: la giustizia e l'equità» appunto.

Anche perché, ha concluso il Direttore generale della Sanità Margaret Chan: «Un mondo fortemente squilibrato in materia di salute non è stabile né sicuro».


Da L'Unità del 14.10.08

Nessun commento:

Posta un commento