venerdì 28 marzo 2008

L'ONDA

Parlando ieri della cerimonia di commemorazione delle vittime delle Fosse Ardeatine e della frettolosità con cui i media ne avevano dato notizia, si era scritto dell’importanza di non abbassare la guardia.

Una indiretta conferma, solo culturale per fortuna, di questa esigenza giunge dalla Germania dove è imminente la proiezione di un film che affronta proprio il tema della possibilità concreta di riprodurre il nazismo in modo artificioso nel nostro ‘moderno’ contesto sociale.
Solo la notizia dell’uscita dell’opera del regista Dennis Gansel: die Welle (L’Onda) nelle sale ha provocato ovvie reazioni e polemiche a non finire.

Il film trae spunto da un libro, ispirato ad una vicenda reale, dell’americano Morton Rhues che, negli anni 60, insegnava a Palo Alto (California).

Volendo dimostrare ai suoi studenti la concretezza della possibilità di rivivere un’esperienza autoritaria come quella subita dall’ Europa, li aveva invitati a formare un gruppo, poi a seguire determinati riti sociali: il saluto con la mano alzata, l’assunzione di comportamenti uniformi sia per il linguaggio che si doveva usare che per le gerarchia da rispettare. Ordine tassativo: isolare e punire chi si rifiutava.

L’esperimento ebbe, purtroppo, tanto successo che il professore lo fece finire quando si accorse che pure il Preside lo salutava con il braccio teso.

Il film riprende il tema: i ragazzi finiscono per formare una setta e tutto ha poi una tragica conclusione.

Quel che interessa è esaminare gli ingredienti alla base dell’esperimento: un gruppo di persone, una realtà sociale fortemente strutturata (scuola-partito) , un leader carismatico, dei comportamenti che creino coesione, sicurezza, orgoglio. Il mix è pronto.

Ed anche in una società moderna, libera, individualista ed egoista il fenomeno può rinascere.
Tutto il resto poi viene automaticamnete: l’odio per chi si sottrae o per i nemici di volta in volta individuati.

Libri e film sovente danno idee. In questo caso l'opera del regista tedesco segnala dei pericoli che, in una società che sta dando segnali di regresso, è bene non sottovalutare.
Fonte: Unità del 17.3.08

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