lunedì 17 marzo 2008

IL 'MODELLO' POSITIVO DEI 50.000

La tragedia tibetana, le elezioni francesi, quelle italiane, il campionato di calcio hanno già fatto dimenticare ai più la notizia, cui i media hanno dato qualche spazio, della manifestazione di Sabato.

A Bari almeno 50.000 ragazzi (c’è chi dice il doppio) hanno dato vita alla “Giornata della memoria e dell’impegno, in ricordo delle vittime delle mafie”, organizzata per il tredicesimo anno consecutivo dall’associazione “Libera”di Don Luigi Ciotti (www.libera.it) e da “Avviso pubblico”.

Libera sta facendo da anni uno straordinario lavoro, non straordinariamente servito dai media (M. Serra) consentendo a molti giovani di farsi largo in un difficilissimo tessuto sociale segnato da alti indici di criminalità e dando speranza a tanti cittadini onesti.

Il corteo si è svolto nell’ultima di quattro giornate di lavoro, che hanno coinvolto 200 giovani, appartenenti a 50 associazioni non governative di 30 diversi paesi europei, ed esperti internazionali riunitisi per affrontare, nei diversi workshop, temi come il narco-traffico, il traffico di esseri umani, gli eco-crimini, i legami tra corruzione, fonti energetiche e informazione, il traffico d’armi.

Nel corso della manifestazione sono stati ricordati i nomi delle oltre 700 vittime delle mafie.
Nomi di semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell' ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti solo perche', con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.

Ricordati anche i morti ‘innocenti’ perché a volte il bersaglio è ‘casuale’, per farne (come scrive Saviano) : ’carne simbolica, messaggio di terrore da urlare con la morte, messaggio di carne chiuso in una busta di sangue. Per concentrare il più possibile dolore, tragedia e terrore. Indiscriminatamente, con l’unico obiettivo di mostrare la forza assoluta, il dominio incontrastato, l’impossibilità di opporsi al potere vero’.

Partecipavano al corteo i ragazzi di «No pizzo» di Palermo e quelli di «Ammazzateci tutti» di Locri, i giovani delle Cooperative con le quali - lavorando sui terreni confiscati alle mafie - uomini e donne recuperano dignità e libertà.

Don Luigi Ciotti dice: “ le mafie hanno una grande capacità di rigenerarsi. Per questo dobbiamo educare alla legalità, la mafia teme più la scuola che la giustizia.”
Dagli organi di stampa del 15 e 16 marzo, dal sito di Libera. (gb)

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