giovedì 6 marzo 2008

IL CINEMA CHE ‘FORMA’

Pare, come ormai capita di leggere in più parti, che la politica, le istituzioni stiano perdendo sempre di più la capacità di costruire l'identità degli abitanti del nostro paese .

Probabilmente pensando allo strumento ‘cinema’, capace di raggiungere un numero di persone enorme riuscendo sovente a ben rappresentare parti e momenti significativi della loro esistenza, come per es. di recente ne 'La meglio gioventù’ di Giordana,
Fabio Ferzetti e l’Associazione “Giornate degli autori. Venice days” hanno avuto l’idea di chiedere a registi, critici, scrittori, storici e storici del cinema di fare una scelta di film italiani, prodotti tra il 1943 e il 1978.

Criterio: pellicole particolarmente significative per la loro capacità di ‘raccontare’ l’Italia.

Lo scopo dell’iniziativa ha carattere prevalentemente didattico-formativo: creare un archivio nazionale di film, in copie numerose, da offrire alle scuole ‘senza costi ed oneri burocratici’ sottraendoli così agli oneri dei copyright.

G. De Luna della Stampa identifica lucidamente il problema affrontato dal gruppo incaricato di scegliere 100 titoli tra i tantissimi prodotti in quegli anni:

“al centro della riflessione c'era non tanto la storia del cinema, ma la storia d'Italia e il modo in cui il cinema ha interagito con essa.”

Risolvere in altre parole il fatto paradossale che alcuni film ‘brutti’ hanno il merito di raccontare in modo fedele lo spirito del tempo, mentre altri giudicati dei ‘capolavori’ non sono magari altrettanto efficaci.

Al di là del giudizio, che può essere soggettivamente diverso, sulla scelta dei 100 titoli, resta la validità di un’iniziativa che può permettere al giovane studente di leggere la storia del nostro paese: dalla disperazione e povertà della fine della guerra alle varie fasi del boom economico che ne seguì.

Ricorda M. Porro del Corriere che ‘negli anni ’60 il nostro cinema era il migliore del mondo …. aiutava il progresso civile con l’impegno di Rosi e di altri autori .
Se nel 1954 furono venduti 800 milioni di biglietti, ‘Rocco e i suoi fratelli’ di Visconti e ‘La dolce vita’ di Fellini portarono in sala, nel 1960, 10 12 milioni di persone ciascuno.

Alla base quindi della proposta c’è la scelta di un modo, tra i tanti possibili, di raccontare e cioè quello del cinema che è ‘strategico’ proprio perché “propone le immagini con cui la nazione viene immaginata.”

L’elenco dei 100 titoli scelti sarà leggibile, fra pochi giorni, nel link ‘ cinema’ dello Spazio Giovani di questo sito.
Da la Stampa e Il Corriere della sera del 28.2.08 (gb)

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