giovedì 20 marzo 2008

LE PAROLE CHE ANCORA MANCANO

La solenne dichiarazione di condanna dei crimini nazisti fatta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel al parlamento israeliano, di cui si diceva ieri, pone immediatamente la questione se la nostra classe dirigente faccia abbastanza per cancellare ogni accenno di ritorno di nostalgie fasciste.

Domanda più che legittima visti gli episodi di aggressioni a studenti di sinistra o i risultati delle elezioni nelle scuole romane, le indagini della magistratura sui gruppi neofascisti al nord e la vicenda Ciarrapico. Fatti di cui si è dato conto in questo blog.

Un aiuto a provare a rispondere alla domanda viene da Gadi Luzzatto Voghera che in un recente articolo sulla Stampa si chiedeva quale valutazione del fascismo avesse “la classe politica che oggi si candida a governare il paese fondato sulla Costituzione repubblicana nei prossimi cinque anni”.

Ricordando le dichiarazioni pubbliche di Fiamma Nirenstein sulla visita di Fini a Gerusalemme per chiedere scusa per le razziali, il giornalista afferma che “sembra di capire che per l’Italia del 2008 il fascismo sia iniziato nel 1938 e che basti condannare le leggi antiebraiche e attuare politiche amiche con Israele per potersi dire immuni da aspetti nostalgici”.

Una risposta indubitabilmente limitata e incompleta perché non affronta la questione del ‘prima’ del 1938.

Ma le persecuzioni degli oppositori, “la violenza di Stato diffusa, l’annullamento della libertà di movimento, di riunione, di stampa, l’aggressivo imperialismo militarista, i massacri indiscriminati di civili” sono storia del nostro Paese ed è la che nasce l’antifascismo.

E poi l’alleanza con Hitler: “un’alleanza che ha condotto l’Italia e gli italiani a farsi compartecipi e corresponsabili di massacri e deportazioni indicibili.”

Uno spazio di storia su cui non si registra pubblico dibattito e ancor più sembra esser assente dalla memoria comune.
Da La Stampa del 12.3.08

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