lunedì 19 maggio 2008

RISPONDERE

La settimana scorsa persino il commissario europeo ai diritti umani ha iniziato a preoccuparsi per l’ondata contro i rom che in Italia, dopo qualche giorno è diventata un’ossessione che sembra non aver fine e che forse, purtroppo, è solo all’inizio.

Poi le proteste spagnole. Viene da chiedersi se chi ascolta o legge solo i nostri media si rende conto del livello ‘culturale’ attuale che viviamo.

Napoli: dei rom prima vengono aggrediti per un oscuro fatto di un tentativo di furto di una bambina di pochi mesi.

Poi gli incendi dei loro campi abbandonati in fretta e furia: immagini sinistre che girano nei tg e che evocano spettri di un passato che sembrava definitivamente alle spalle.

A Milano, sempre nei giorni scorsi, una molotov viene lanciata contro uno stabile in cui gli ‘untori’ di questi tempi pernottano.

Sul piano istituzionale prima si parla di un prefetto per i rom a Milano, poi Alemanno ne vuole subito uno anche lui a Roma.
Mercoledì sera il prefetto numero due era diventato commissario straordinario.

Sembrano gli inizi di una ‘pulizia etnica’ senza armi.
Un movimento che desta inquietudine sia sul piano della fretta dell’iniziativa istituzionale che su quello della società, turbata da disagi reali, concreti e da un tam tam dei media che sembra non vedere altri problemi.

Una telefonata indignata di una cittadina napoletana ad un’emittente locale ribadisce con forza quanto è a tutti noto: il cancro della città non sono gli zingari ma la camorra.

Un nesso che molti cronisti e direttori sembrano stancarsi di ripetere all’infinito.

Come reagire allo sgomento ed al senso di impotenza che pervade chi capisce la deriva verso cui il sistema paese si sta dirigendo?

Forse una risposta viene da un paese siciliano, Niscemi, che sempre la scorsa settimana ha occupato le prime pagine.

Una quattordicenne da tempo scomparsa viene ritrovata morta. Orrore che si aggiunge ai tanti che si devono digerire. Supposizioni di ogni tipo, poi la verità:

ad ucciderla sono stati tre minorenni italiani. Una verità che è dura da mandar giù, ma che la immediata confessione dei tre costringe ad accettare.

E nel silenzio generale fa notizia che i ragazzi delle scuole di Niscemi scendano in piazza per manifestare contro i mostri che sono tra noi.
Tra noi bravi italiani

L’ammirazione per il gesto dei giovani siciliani, guidati probabilmente da insegnanti e famiglie lungimiranti, fa capire che forse la risposta giusta, la reazione vera può venire sola dalla parte sana della società civile.

Una parte del corpo sociale che non si arrende, che non smette di interrogarsi e di voler difendere i principi e valori che hanno segnato decenni della vita del nostro paese.

Da quello della solidarietà a quello della sicurezza delle persone, senza mai dimenticare le vere emergenze nazionali: il lavoro sicuro, il potere d’acquisto dei salari, la libertà dalle mafie, la pace.
Fonti: stampa nazionale dei giorni scorsi.

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