mercoledì 14 maggio 2008

CORAGGIO CIVILE 2

A Peppino Impastato M. Tullio Giordana ha dedicato un film qualche anno fa: I cento passi con Lo Cascio come protagonista.

Prima del film pochi conoscevano la vicenda dì questo studente siciliano che da solo tentava, con l’uso e l’ausilio di una radio locale e delle proprie idee nate nella cultura del ‘68, di sfidare lo strapotere mafioso della zona di Cinisi.

Quando la malavita decise di eliminarlo, uccidendolo barbaramente, erano i primi di maggio di trent’anni fa, la stampa nazionale ne parlò come di un ordinario delitto in stile mafioso.

Non era esattamente così: Peppino era una figura straordinaria e trainante di militante politico “di base”.

Aveva deciso di dare un senso alla sua esistenza impegnandosi a fondo contro l’omertà che copriva ogni agire criminale e toglieva un’idea di futuro ai giovani siciliani del suo territorio.

Si era guadagnato parecchi consensi, in particolar modo tra i coetanei, e non era appoggiato da nessuno tranne che da un giornale oramai scomparso: “Lotta continua”, che riferiva del suo impegno e delle sue battaglie, nonché del suo isolamento.

Umberto Santino del “Centro Siciliano di Documentazione ‘Giuseppe Impastato’” scrive che “sono ormai noti i responsabili del delitto (nel 2001 e del 2002 sono stati condannati come mandanti Badalamenti e il suo vice e la relazione della Commissione antimafia ha individuato le responsabilità di uomini della forze dell'ordine e della magistratura nel depistaggio delle indagini).

A distanza di tre decenni il Centro ha voluto ricordarne la vita e l’opera con una manifestazione e dei forum che si sono svolti lo scorso fine settimana a Cinisi.

Temi degli incontri: il lavoro nelle scuole, l’organizzazione dell’antiracket, l’uso dei beni confiscati.

Ieri si è voluto qui ricordare la figura di un medico che ha aperto una strada nuova per trovare una soluzione al problema della malattia mentale.

Ripercorrendo la vicenda di Peppino viene spontaneo interrogarsi sulla sorte di coloro che nelle fila della società civile oggi ne hanno raccolto l’esempio.
E sono in tanti: dallo scrittore Saviano ai giovani di ‘Libera’.

E c’è solo da augurarsi che chi tra costoro fa pubblicamente nomi di malavitosi non venga isolato e lasciato solo.
Fonte: il Manifesto del 9.5.08

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