mercoledì 9 aprile 2008

SE...SE....SE.....E ALLORA

Se un bel sabato pomeriggio molta gente si mette in fila con bel po’ di anticipo per poter avere un posto in un grande teatro cittadino allo scopo di vedere ed ascoltare una famosa scrittrice.

Se qualcuno prende la macchina e si sposta per qualche decina di chilometri per avere la stessa possibilità.

Se molti nonostante la coda non ce la fanno ad entrare e rimangono delusi all’esterno.

Se questo accade, si può ipotizzare che tutto ciò non succeda solamente perché c’è il grande evento e bisogna esserci.

Si è autorizzati a pensare che ci sia anche un interesse reale per il personaggio che parlerà dal palcoscenico.

Forse una minoranza dei 1200 spettatori presenti in teatro ha letto uno o due libri della scrittrice, i più ne hanno probabilmente sentito solo parlare, ma la maggioranza è al corrente del fatto che lei viene da un paese lontanissimo, il Sud Africa, in cui fino a pochi anni fa, fino al 1992, regnava l’apartheid.

In altre parole una minoranza di 3.000.000 di bianchi, discendenti dei coloni europei, teneva in stato di segregazione con le buone e le cattive maniere una popolazione di 30.000.000 di neri, privati di ogni diritto.

Ai più è di certo noto che N. Gordimer ha fatto qualcosa, da persona di pelle bianca, per cambiare, collaborando con persone di colore, l’enorme ingiustizia che pesava sul suo paese.

L’arma da lei usata per questa battaglia, lunga e difficile, è stata la parola, sia quella delle pubbliche dichiarazioni, sia quella scritta delle sue opere letterarie.

Usando la potenza di fuoco della parola, ha aperto varchi tra le fila del nemico, ha trovato amici e sostenitori, ha fatto conoscere in patria e fuori del Sud Africa i problemi del suo paese e le sofferenze della maggior parte di quel popolo.

Le sue parole hanno visto, in anni e anni di lavoro ostinato, ampliarsi costantemente il cerchio dei suoi ascoltatori, hanno fatto sì che le ragioni della sua lotta fossero note ad un pubblico sempre più vasto, attento, partecipe e solidale.

Se tutto questo è accaduto e accade allora forse è il caso di pensare a ciò che Todorov scrive sull’attività letteraria abbia qualche serio fondamento. (cfr. il link giovani-letteratura in questo sito)

Una letteratura, quella propugnata da Todorov, che non ha una funzione ‘consolatrice’, ma che è qualcosa di “necessario per vivere bene perché offre riflessione sulla nostra condizione, su come agiamo… e permette di costruirsi una prima immagine coerente del mondo.

Ed il praticarla, farla conoscere, farla incontrare a chi ne ha bisogno e ne sa ancora troppo poco, è alzare il grado di qualità della vita civile.

E quando da qualche parte ci sono iniziative in questo senso: Pordenone legge, Mantova... le persone si interessano,sia attivano, si spostano, ascoltano, partecipano.
9.4.08

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