lunedì 21 aprile 2008

LA NUOVA ITALIA

PER LA PRIMA VOLTA SI PUBBLICA UNA LETTERA AD UN SETTIMANALE CON DUE COMMENTI. UN COPIA INCOLLA SENZA MODIFICHE CHE SONO DEL TUTTO SUPERFLUE.

Scrivo per raccontare una vicenda successami oggi (15 aprile 2008).
Mi chiamo Elena, ho 23 anni, sono laureata in matematica all’università La Sapienza di Roma; sto frequentando la Specialistica in Ingegneria Matematica presso il Politecnico di Milano.
Oggi ero in aula, erano le 14:00 del pomeriggio, attendevo l’inizio della mia lezione, leggevo il giornale con i risultati (sconcertanti) delle elezioni di questi giorni; ed ecco che un ragazzo (mio coetaneo) sale sulla pedana della cattedra e davanti ad una platea di circa 30 persone (tutti uomini, la mia facoltà è a dominio maschile) sentenzia:

“Ragazzi, allora un attimo di attenzione; oggi vi spiegherò la differenza tra un italiano e un terrone”.
Io in silenzio sconcertata; la classe in tripudio.

Aspetto, mi dico di non partire prevenuta, di stare ad ascoltare, potrebbero essere le solite battute alle quali, oramai da due anni, non si scappa; che con leggerezza ti rivolgono e che con altrettanta leggerezza devi accettare (”Roma ladrona”, “Milano produce, Roma spreca”, “Milano capitale economica e morale d’Italia” ecc ecc.).
Il ragazzo persevera: “Dicevamo, il terrone, miei cari, è il tipico uomo bassottello, grassoccio e decisamente sporco.”

Dal fondo urla un voce d’uomo indistinta: “Olivastro, dimentichi olivastro.”
“Vero”, si scusa l’oratore, “Decisamente OLIVASTRO”.

Queste parole e il tono che sta assumendo la beffa cominciano a spaventarmi.
Non capisco il confine del gioco
.
Uno di loro dice sottovoce ad un altro:”Oh, anche lui ha votato Lega vero?”
L’altro annuisce con fare fiero.

Continua il ragazzo alla cattedra: “Il terrone è caratterizzato da un atteggiamento tipicamente parassita ed è per questo, miei cari, che vi invito semplicemente a tracciare una linea sulle varie cartine dell’Italia. Una semplice linea di demarcazione”.

A questo punto schizza con il gesso uno stivale sulla lavagna e traccia con fare deciso una linea orizzontale all’altezza del Po’.
Ovazione. Urla e applausi.
Resto lì ancora incredula …
Ricordo che, quando avevo visto “La vita è bella” per la prima volta, avevo immediatamente notato come Benigni mettesse l’accento sul fatto che certe idee, apparentemente bizzarre (come le superiorità fisiche della razza ariana), si erano diffuse in modo, potremmo dire, “proverbiale”, quasi come facessero parte di una cultura popolare, un modo di dire, un qualcosa di semplice che passa di bocca in bocca, una battuta scherzosa o un gioco tra amici, che alla fine diviene scontato, di dominio pubblico e indiscusso.

Ma è su questo tacito passaparola, quasi burlesco, che si sono fondate, successivamente, leggi e le loro tragiche conseguenze che segnarono un solco profondo e violento nel secolo scorso.

Torno a casa con la paura di aver assistito a una di questi simpatici “moti proverbiali”; porto sotto braccio il mio giornale che decreta milioni di voti alla Lega.

COMMENTO 1
Tra i miei parenti paterni:emigrati in Brasile, metà milleottocento;un ricercatore oncologo negli States, e se lo sono accaparrati loro. Da parte materna: parenti in Argentina, Buenos Aires, un’altra parentela praghese.
Chi l’avrebbe mai detto che nel terzo millennio questo del nord-sud del mondo sarebbe stato riesumato come problema?
Pulsioni elementari giocano,paure e fobie da nuovo medioevo
.
Saluti

COMMENTO 2
Ho l’impressione che questi cominciano con lo scherzare, ma certamente mostrano un malcelato odio verso i meridionali.
Se avete un minimo di orgoglio, un sussulto di dignità, cominciate a privilegiare i prodotti meridionali rispetto a quelli del nord’Italia.
Li abbiamo arricchiti noi a questi signori ed ora siamo di peso, un ingombro, un fardello sporco di cui si vorrebbero liberare, hanno in testa solo il dio denaro.
Non vi fate abbindolare dalla pubblicita’, scegliete prodotti della nostra terra, è il metodo più intelligente per colpire la loro superbia di cafoni arricchiti.
Ricordate i giornali del nord quando parlavano di cucina meridionale (cucina povera etc.)? Oggi la cucina mediterranea è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, altro che cucina povera, è una cucina millenaria, siate orgogliosi di essere meridionali, abbiamo un grande passato, una grande civiltà.
OGNI INTERVENTO E' FIRMATO
Da L'Espresso del 20.4.08

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