mercoledì 2 aprile 2008

'MAMME BULLE'

E’ già capitato in questo sito di parlare di episodi di bullismo e di descriverli cercando di capirne le cause.
Spesso i ragazzi, autori degli episodi, di cui si viene a conoscenza, hanno difficoltà alle spalle o appartengono a piccole bande di quartieri cittadini poveri o degradati.

Da un paesino della cintura torinese, Barbania, 1500 anime del canavese, viene un’altra storia che fa pensare anche ad un'ulteriore possibile causa.

In una terza elementare è iscritto un bambino autistico con disabilità riconosciuta del 100 per 100 che rende necessaria l’assistenza continua.

La scuola si trova in una via stretta, in salita.
La famiglia è organizzata. Ogni mattina il padre e la madre lo accompagnano in macchina davanti all’edificio. Marco viene aiutato a scendere e ad arrivare fino all’ingresso dove lo attende l’insegnante di sostegno. Non può essere lasciato solo.
Tutto bene fino a pochi giorni fa quando li sindaco con apposita ordinanza fa incatramare le strisce gialle del parcheggi, vietando di fatto alla famiglia di fermare l’auto, e predispone per la chiusura della strada.

Il provvedimento viene giustificato con ragioni di sicurezza per gli altri bambini.

Il padre rifiuta la proposta di far viaggiare Marco con lo scuolabus che si ferma ad 80 metri dalla scuoia. Spiega che suo figlio non può fare quel breve tragitto a piedi perché il sentirsi in uno spazio aperto lo fa reagire in modo che non può essere controllato e rischia anche di ferirsi. I medici confermano.

Niente da fare. Il sindaco si giustifica: “noi avevamo dato il permesso di parcheggio…poi le polemiche delle altre famiglie ci hanno portato a cercare strade alternative.”

Leggendo i dettagli della vicenda si scopre che le polemiche erano iniziate già nel 2006 quando un gruppo di mamme aveva organizzato un picchetto, poi tolto per l’intervento dei carabinieri, contro le strisce gialle che consentivano il parcheggio.

Quali giustificazioni cercare per capire? Dei problemi dei disabili si parla da tantissimi anni. Come pure di comprensione, accoglienza, apertura, disponibilità. Belle parole usate e riusate all’infinito in un Italia che ama pensarsi civile.

Siamo nel nord del Paese, in una delle sue parti più ricche. I protagonisti negativi non sono i giovani viziati, che hanno fumato qualche spinello e si sentono superiori, bensì madri e famiglie che accompagnano i figli alla scuola elementare.

Tanto hanno fatto da convincere sindaco e scuola.

Il padre di Marco si chiede: “perche non vogliono capire?” e poi cedendo all’amarezza dichiara:” Forse dovrei scrivere una giustificazione alla maestra nella quale spiego che mio figlio non sarà presente a scuola a partire da oggi, causa mamme bulle
Da: La Stampa di Torino del 27.3.08 e Il Messaggero di Roma del 31.3.08

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