giovedì 27 novembre 2008

SCENARIO PROSSIMO FUTURO

Migliaia di giovani hanno partecipato al funerale di Vito, il ragazzo ucciso da un crollo mentre era a scuola.

Uno striscione, ripreso da telcamere e fotooperatori, recitava: Non aspettano che andiamo a lavorare per toglierci la vita.

Chiara allusione ai tanti edifici scolastici a rischio ed ad altre possibili tragedie da un lato e dall'altro al fatto che gli studenti, una volta sui luoghi di lavoro, rischieranno la pelle.

Sulla home page di questo sito una striscia continua riporta giorno per giorno gli incidenti mortali e purtroppo sono poche le giornate in cui non c'è una di queste notizie da inserire.

La crisi economica che sta imperversando porta i primi conteggi dei licenziati. Un sindacato parla di 400.000, altre stime arrivano fino a 1.500.000.

La maggior parte di loro sono giovani assunti con contratti a termine o simili.

Viene spontanea la domanda su come saranno trattati coloro che riusciranno a mantenere il posto di lavoro:

Non è azzardato supporre che aumenteranno pressioni e ricatti: o fai questa cosa o si trova facilmente qualcun altro per sostituirti.

L'operaio non può che obbedire, famiglia ed altri oneri gli impongono di non ribellarsi. Poi, se succede l'incidente, si indagherà.

Questo scenario ipotetico, ma concretamente possibile, sulle tensioni e scontri nei luoghi di lavoro, che alle volte sono anche causa idiretta di incidenti, trova riscontro in un episodio riportato dalla stampa di oggi:

Un dipendente di 38 anni della filiale di viale Umbria del supermercato Esselunga ha chiesto al vicedirettore dell'esercizio il permesso di andare in bagno durante il suo turno di lavoro.

Al diniego del responsabile - a quanto si è appreso dai carabinieri - i due hanno cominciato a battibeccare. Poi il dipendente, evidentemente esasperato, ha lanciato un oggetto di legno, forse una cassetta di quelle che si usano per la frutta, contro il vicedirettore, di 45 anni.

In febbraio nello stesso posto una donna era stata così costretta a bagnarsi, senza poi nemmeno potersi cambiare fino alla fine del turno in cassa.

Tornata in servizio dopo un periodo di malattia, la lavoratrice aveva denunciato di essere stata aggredita alle spalle e minacciata a fine turno da una persona non riconosciuta nel locale spogliatoio.

La donna aveva riportato ecchimosi al volto, alla schiena e altre parti del corpo, tanto da dover indossare un collarino.

La cassiera era stata anche proposta per l'Ambrogino d'Oro, ma la candidatura non è stata accettata.

Se in supermercato succede questo, si può facilmente immaginare cosa può capitare in un cantiere o altrove dove i lavori manuali sono pesanti e di per sè già pericolosi.

Fonte: Corriere della Sera di oggi

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