martedì 18 novembre 2008

IL CONTROLLO INSUFFICIENTE

“Un mescolatore chiuso, nel senso che è una camera chiusa, è come una macchina impastatrice per fare la pasta… vi si mettono i polimeri e poi le cariche e poi si mescola fino ad ottenere un prodotto omogeneo, una mescola (di gomma)cruda che poi si dà ai clienti.”

Questo mescolatore è il macchinario che è esploso domenica nell’azienda Marconi Gomme nella provincia bolognese provocando la morte del direttore dello stabilimento e di un operaio. Altri tre sono rimasti feriti.

"Vi si stava facendo un esperimento, cioè si stava provando a formare un prodotto non completo…la cosa più sicura che si possa fare…e gli operai non hanno bisogno di alcun tipo di protezione per questo tipo di lavoro".

Tutto questo lo dichiara al giornale il direttore della produzione dell’azienda.

Si è quindi trattato, pare, di un incidente imprevedibile in un’azienda dove le norme di sicurezza, stando al quotidiano, erano rispettate e dove non c’erano mai stati problemi di questo tipo prima . Un evento casuale nella sua tragicità.

A contrastare le dichiarazioni del dirigente quelle, pure riportate nello stesso articolo, di una donna che abita là davanti la quale ha parlato di ‘morte annunciata’.

“C’erano giorni in cui non si respirava, si alzavano nuvole nere che coprivano tutto. Abbiamo chiamato tante volte la Usl, non è cambiato niente.”

Ieri è stato anche il giorno del rinvio a giudizio dei dirigenti della Thyssen-Krupp e quindi l’emergenza nazionale della sicurezza nei luoghi di lavoro e, viene da pensare, anche dei residenti nelle zone adiacenti ai luoghi di produzione, torna in prima pagina quasi oscurando per un giorno altri avvenimenti.


Nel riflettere attorno a quest’ultima tragedia, torna in mente l’incendio alla De Longhi di qualche tempo fa qui in provincia di Treviso. Si alzò una nube così grande da oscurare il cielo per diverso tempo. Si parlò di nube tossica. Si disse che si sarebbe fatta chiarezza grazie alle analisi etc. etc...

Sui risultati di quelle indagini i ricordi si sbiadiscono, non se ne è più parlato più di tanto ed altre emergenze hanno messo in secondo piano quell’evento.

Chi aveva respirato quell’aria, può forse aver avuto dei problemi,ma chi ha più cercato di scavare ed indagare per saperne di più?

Ricordando questo tipo di incidenti, il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro diventa una
questione più ampia che va a toccare i luoghi in cui si insediano le industrie.

E non sfugge a nessuno che, in mancanza di un severo sistema di controlli ed ispezioni, in una congiuntura in cui il lavoro diventa una necessità primaria a livello globale, chi lo deve produrre stretto tra problemi del mercato e del credito, cerca soluzioni che siano il meno onerose possibili.

Le conseguenze sono poi nella cronaca quotidiana.

Almeno in questo il nostro paese è tristemente all’avanguardia in Europa.

Fonte: Resto del Carlino del 17.11.08

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