lunedì 24 novembre 2008

17 ANNI DICIASSETTE

Cominci a pensare di più a te stesso a 17 anni, intravedi la fine degli studi superiori, inizi a pensare a come concretizzare il tuo diploma. Scartare magari la scelta dell'università, perchè troppo costosa o perchè non ci sei tagliato.

Cominci anche a guardare quelli più grandi che sono usciti da un anno o due. Sai che i primi tempi nel mondo del lavoro, se lo trovi un buco in cui infilarti, saranno poco pagati e precari.

Ma qualcosa bisogna fare per portare a casa poco, ma pur sempre qualche soldo.

Questi pensieri vanno e vengono nella tua testa. Si confondono con altri più attraenti legati all'incoscienza dell'età che hai la fortuna di poter vivere.
Si accavallano con piccoli progetti sul fine settimana o sulle prossime vacanze scolastiche di Natale.

Lo sguardo all'esterno ci va ma si ritrae anche, intimidito dalle tante notizie preoccupanti che la quotidianità ti scarica addosso.

Immagini che quello che succede là fuori riesca a non toccarti. Come si fa altrimenti a 17 anni a trovare la voglia di scherzare con gli amici, di ridere insieme, di organizzarti una serata.

Mai però ti saresti immaginato che mentri sei seduto in classe, tra i tuoi compagni, potesse crollarti un tubo di ghisa in testa e con questo chiudere la tua esistenza.

Eppure questo è successo, ma era successo anche qualche anno fa in un paesino dell'Italia centrale dove tanti bambini erano rimasti sepolti sotto le macerie della loro scuola, mal costruita, dopo una scossa di terremoto che aveva lasciato intatte le case di chi aveva speso qualche soldo per costruirsele.

Delle responsabilità di quel disastro umano non si parla più.

Di quelle che hanno posto fine alla vita del ragazzo di Rivoli e che forse condizioneranno per sempre quella di un suo compagno, fra poco non si parlerà pure più.

Forse.

Forse perchè siamo vicini a Torino dove c'è un giudice che su queste cose si impegna molto. Perchè i compagni di scuola hanno interrotto le proiezioni del festival del cinema di Torino per ricordarti a tutti, perchè i genitori hanno iniziato a manifestare.

Forse..

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