lunedì 1 dicembre 2008

2000 EURO

Si è parlato nei giorni scorsi di un’iniziativa del Comune di Spresiano (Tv) rivolta ai lavoratori extracomunitari che perdono il lavoro.

In breve si propone di dare a queste persone 2000 euro affinché lascino il territorio e cerchino fortuna altrove.

Il tutto nasce dalla crisi economica che sta mettendo in difficoltà tutti i paesi produttori ed, in Italia, anche il nucleo più dinamico nel nord-est, cioè l’area trevigiana, costringendo le aziende a rivedere la produzione e di conseguenza il personale.

Tanti lavoratori rischiano o hanno già perso il posto, molti altri, lo perderanno nel prossimo anno.

Ciò comporta dei costi per la collettività. E a livello nazionale e a livello locale.

Il Comune di Spresiano pare averli fatti bene i conti:
sborsare una cifra subito che consenta l’acquisto di un biglietto aereo per l’extracomunitario e la famiglia e possa coprire qualche altro loro onere eliminando in questo modo la loro presenza in paese.

Una presenza, che nell’analisi degli amministratori, può comportare problemi: richieste di aiuto, di sussidi, lavoro supplementare per gli impiegati del Comune, ulteriori grattacapi per gli assessori che già devono pensare ai disoccupati autoctoni.

Sullo sfondo il timore che poi ne derivi anche qualche questione di ordine pubblico, come furti, spaccio e così via.

Un modo di pensare ed amministrare molto pratico e funzionale che cerca il consenso dei cittadini:

“con questi soldi vogliamo aiutarli a trovare una sistemazione più adeguata” è stato dichiarato.

Vengono in mente delle considerazioni:

La ricchezza del nord-est non è stata creata dall’opportunità di avere a disposizione manodopera a buon prezzo quando a livello locale, non si trovava nessun giovane disposto a fare i lavori manuali più pesanti?

Cosa hanno ricevuto questi extracomunitari oltre alla loro paga mensile?

Con i soldi dei loro salari non hanno allargato il mercato locale degli affitti creando ulteriore ricchezza sul territorio?

L’investimento che loro stessi hanno fatto, facendosi magari raggiungere dalla famiglia, non vale?

Tutta la ricchezza accumulata a livello imprenditoriale dove è finita?

Una parte non dovrebbe essere destinata a misure di sostegno per i tempi di crisi?

Come si deve definire l’atteggiamento di chi ora, che c’è meno lavoro, propone di escluderli, pagando i duemila euro, da questo percorso che vale per tutti gli altri operai?

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