martedì 2 dicembre 2008

MEMORIA 'STELLARE'

Una recente sentenza della Cassazione, firmata da Edoardo Fazzioli ha assolto un immigrato macedone il quale era stato denunciato e processato per essersi fatto raggiungere in Italia dalla famiglia.

La colpa del Sig. Ristoc era quella di non essersi accontentato di portare nel nostro la moglie e la piccola Silvana, ma addirittura un’altra figlia di dodici anni!

Anche se i documenti ed i permessi di tutti erano regolari, il processo è stato fatto lo stesso.

Stando ai quotidiani la sentenza della Cassazione ha fatto infuriare la Destra con dichiarazioni che esprimevano dubbi sulla capacità della magistratura di essere baluardo della legalità.

G. Antonio Stella, ben noto coautore del libro ‘La Casta’ ricorda quanto corta sia la memoria storica di questi esponenti politici.

Scrive oggi:..” non conoscono niente della grande emigrazione italiana. Niente. Non sanno che larga parte dei nostri emigrati, almeno quattro milioni di persone, è stata clandestina.

Lo ricordano molte copertine della Domenica del Corriere, il capolavoro di Pietro Germi «Il cammino della speranza», decine di studi ricchi di dettagli o lo strepitoso reportage in cui Egisto Corradi raccontò sul Corriere d'Informazione del 1947 come aveva attraversato il Piccolo San Bernardo sui sentieri dei «passeur» e degli illegali.

Non conoscono storie come quella di Paolo Iannillo, che fu costretto ad assumere sua moglie come domestica per portarla a vivere con lui a Zurigo.

Ma ignorano in particolare, come dicevamo, che la Svizzera ospitò per decenni decine di migliaia di bambini italiani clandestini.

Un razzista svizzero James Schwarzenbach dichiarava allora, anni settanta cioè 40 anni fa, …le mogli e i bambini degli immigrati? «Sono braccia morte che pesano sulle nostre spalle. Che minacciano nello spettro d'una congiuntura lo stesso benessere dei cittadini. Dobbiamo liberarci del fardello».

Marina Frigerio e Simone Burgherr, due studiosi elvetici, hanno scritto un libro in tedesco intitolato «Versteckte Kinder» (Bambini nascosti) per raccontare la storia di quei piccoli italiani.

Costretti a vivere come Anna Frank. Sepolti vivi, per anni, nei loro bugigattoli alle periferie delle città industriali.

Coi genitori che, terrorizzati dalle denunce dei vicini, raccomandavano loro: non fare rumore, non ridere, non giocare, non piangere.

Trentamila erano, a metà degli anni Settanta, i bambini italiani clandestini in Svizzera: trentamila.

Al punto che l'ambasciata e i consolati organizzavano attraverso le parrocchie e certe organizzazioni umanitarie addirittura delle scuole clandestine.

Osserva G.A. Stella che “non si ammanettano i poveri perché sono poveri” e ricorda che più di un milione di Italiani vive in condizioni di sovraffollamento nelle case popolari, mentre all’immigrato che si vuol far raggiungere dalla famiglia, la nostra legge, impone obblighi di reddito e metri quadri di spazio disponibile che molti connazionali non possono permettersi.

Fonte Corriere della sera di oggi.

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