martedì 9 dicembre 2008

UN LIBRO SUL NEOFASCISMO ANNI '70

Il libro di Nicola Rao, Il sangue e la celtica, che non è certo il primo ad affrontare il sanguinoso ciclo delle stragi e dei sogni golpisti che va dal 1969 al 1974, ma è in compenso il primo ad addentrarsi in quel continente misterioso facendosi guidare dagli «indigeni», dando cioè la parola ai neofascisti che di quella fase furono, a diverso titolo, protagonisti.
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Per molti versi, il lavoro di Nicola Rao arriva alle stesse conclusioni cui era giunto il giudice milanese Guido Salvini.

Dalle testimonianze raccolte dal giornalista esce più che mai confermato l'impianto storico-analitico sul quale era basato l'atto di accusa dell'ultimo processo per la strage di piazza Fontana.

Emergono ad esempio in evidenza lampante, attraverso i ricordi dei diretti interessati, le connessioni strettissime tra il neofascismo veneto e quello lombardo, elemento di fondamentale importanza ma rimasto per decenni celato, individuato proprio da Salvini e dimostrato qui in maniera inoppugnabile.

È bene peraltro ricordare che l'ultimo processo per la strage di piazza Fontana ..ha sancito la responsabilità certa dell'area neofascista veneta, e in particolare di Franco Freda e Giovanni Ventura, nella «madre di tutte le stragi».
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L'Italia dei primi anni Settanta è un proscenio in cui, sullo sfondo della guerra fredda, si intrecciano disegni diversi….

Le testimonianze qui raccolte rivelano anche l'inconsistenza dell'equazione eversione nera-golpismo-stragismo.

Per quanto i tre livelli si siano intrecciati, la scelta dell'azione violenta contro lo Stato non comportava affatto, di per sé, un'automatica adesione al golpismo, né quest'ultima postulava di necessità il ricorso alle stragi.

La realtà è che il neofascismo italiano dei primi anni Settanta è in larga misura ancora sconosciuto, anche perché in campo democratico si contano quelli che davvero si sono presi la briga di conoscerlo.

Fonte: www.isole.ecn.org/antifa (dove l’articolo è pubblicato integralmente)

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