mercoledì 17 dicembre 2008

LAVORI IN CORSO

Il parlamento europeo ha respinto in seconda lettura la proposta di portare la settimana di lavoro nell'ue fino a 65 ore, accogliendo tutti gli emendamenti della commissione lavoro.

Il Parlamento europeo ha bocciato il compromesso faticosamente raggiunto dai ventisette per consentire un orario di lavoro fino a 65 ore nell'Unione europea.

La proposta di revisione dell'attuale direttiva sull'orario di lavoro ha portato a Strasburgo e alle porte dell'Europarlamento migliaia di lavoratori provenienti da tutta Europa e che hanno sfilato per le strade della città con lo slogan "no alle 65 ore" e "sì a condizioni di lavoro decenti".

Ora si riaprirà la procedura di conciliazione col Consiglio.

Una prospettiva che di fatto rimetterebbe in discussione la possibilità per la direttiva di essere approvata perchè i tempi del negoziato arriverebbero proprio a ridosso delle elezioni europee, che si terranno a giugno del prossimo anno.

Dopo la direttiva sulla liberalizzazione dei servizi, la cosiddetta direttiva Bolkestein, i sindacati europei si sono nuovamente mobilitati per contrastare questa proposta sull'orario di lavoro, che giudicano il primo passo verso un arretramento dell'Europa sociale, proprio in un momento di particolare crisi economica.

Obiettivo dell'Europarlamento, ha spiegato il relatore Alejandro Cercas, è mettersi di traverso al compromesso raggiunto a giugno fra i ventisette, in base al quale un lavoratore può dare il suo consenso a lavorare da 60 fino a 65 ore come media trimestrale, in presenza di un contratto collettivo, rispetto al tetto di 48 ore.

«C'è in quest'aula un'ampia maggioranza per dire che gli uomini non sono macchine e che la salute, la sicurezza e la vita famigliare vengono prima di tutto», ha affermato il relatore.

Fonte: Unità di oggi

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