mercoledì 3 dicembre 2008

IL VALORE SIMBOLICO DI UN 'NO'.

Negli anni settanta, una quarantina di anni fa, quando il nostro Paese era attraversato o scosso da un problema attorno al quale le forze politiche si accapigliavano senza trovarne o vederne la soluzione, si alzava dalle pagine dei quotidiani più diffusi la voce di un intellettuale, che riusciva a sferzare tutti i contendenti e a riportare la bussola del ragionamento sulla giusta rotta.

Pasolini, Moravia in Italia, Boell in Germania, Sartre in Francia assieme a molti altri erano capaci di correggere i governi con la sola forza di un loro breve scritto per un giornale.

Un potere che derivava loro da una vita condotta in modo coerente e da un impegno per la società civile che non conosceva steccati politici.

Ciò dava alle opinioni da loro espresse un'autorevolezza che spesso passava i confini nazionali, anche allora che Europa e globalizzazione erano concetti praticamente inesistenti.

Nel vuoto culturale di questi anni si sente molto la mancanza del potere mediatico che una grande 'intellighenzia' riesce ad esprimere.

Camilleri, Fo, Zanzotto, Margherita Hack sono ultraottantenni che reggono ancora, ma le loro voci sono come affievolite.

Nel silenzio dei pochi cinquantenni: Moretti e Benigni, un giovane intellettuale come R. Saviano (anni 28) si trova a sostenere da solo un ruolo che avrebbe bisogno di molte altre spalle per essere sopportato in modo adeguato.

Di qui l'indignazione e per le minacce di morte che il ragazzo campano ha ricevuto e per la decisione del Comune di Milano che non ha voluto conferirgli la cittadinanza onoraria.

Ma qualche volta capita quello che non ti aspetti.

A Dicembre la città di Milano, in occasione di S. Ambrogio, offre un riconoscimento ambito a dei cittadini benemeriti: il cosiddetto AMBROGINO.

Tra gli assegnatari del premio quest'anno figura un gruppo musicale molto noto ai più giovani: Elio e le Storie Tese.

Bene, creando scandalo e scalpore il gruppo non ha accettato il riconoscimento motivando la rinuncia con il rifiuto del Comune a dare la cittadinanza onoraria a Saviano e l'Ambrogino alla memoria di E. Biagi.

Un No che costerà caro ad Elio ed amici. La classe politica farà loro pagare, in termini di possibilità di tenere concerti o di apparire in TV, la scelta fatta.

Ma pagando in prima persona il gruppo sosterrà almeno per qualche giorno il pesante ruolo di coscienza civile di un paese che non riesce ad essere una democrazia normale.

La scelta che hanno fatto è un gesto che ci si augura venga imitato da altri, dai tanti che nelle fila dello spettacolo, del giornalismo, della società civile si spendono quotidianamente perchè l'Italia venga guidata in modo diverso.

Fonte: Corriere della Sera di oggi

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