martedì 26 febbraio 2008

LORO

Si impegnano per delle cose molto pratiche: avere un migliore utilizzo dell’aula di informatica o i pannelli solari sul tetto. Vogliono più gite, meglio se nella natura e senza telefonino perché “lo spirito se ne giova”.
Chiedono di studiare la storia su libri che non esprimano una visione della disciplina a senso unico.
I loro slogan per le elezioni studentesche chiedevano lezioni meno tristi con professori meno grigi.
Dicono di non essere violenti e neppure razzisti: “Al corteo per le foibe c’erano quattro ragazzi di colore. Picchiare ci si picchia, ogni tanto, succede da sempre”.

In otto anni a Roma gli studenti di destra eletti nel parlamento dei ragazzi sono passati da 20 a 200, su 400. Decuplicati.

Pragmatismo è la loro parola chiave che viene contrapposta ai temi difficili che si discutono nelle riunioni dei ragazzi di sinistra.
Lottano contro il caro libri ed il caro CD.
In questo modo hanno raccolto alle elezioni il 65 per cento dei consensi.
Dicono: “Non tutti gli studenti che ci votano sono di destra. Anzi.”

Non è che portino un abbigliamento che li distingua dagli altri. I capelli tagliati molto corti, i ray-ban i giubbotti di pelle sono un look che non si usa più.

I simboli del passato, aquile e croci runiche, si vedono alle manifestazioni ma là sono i ventenni ed i trentenni che comandano

Per C. De Gregorio tutto ciò assomiglia ad una “primavera invisibile, per alcuni inconsapevole” sui cui sbocchi futuri è tutto da vedere.

Per noi il primo pensiero è che si deve seguire il tutto con grande attenzione consapevoli che, dopo i 20 anni o ancora più tardi, emergono i
risultati del brodo culturale in cui si è nuotato nell’adolescenza.

Si possono però già ora rileggere gli interventi qui sotto del 23.2 ed il secondo dell'8.2, oppure riguardare l’offerta di articoli di stampa.
Utile pure ascoltare i telegiornali di oggi sulle inchieste della magistratura a Roma.


Da Repubblica del 23.2.08

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