giovedì 21 febbraio 2008

GLI ANNI DIFFICILI DELLE MINORANZE

Da un intervista di V. Parlato a G. De Rita, presidente del Censis, sul suo ultimo rapporto dal titolo: “Poltiglia, mucillaggine, ignominia”.
Il testo completo dell’articolo nel link di prossima apertura: ‘APPROFONDIMENTI'.

IN TUTTO QUESTO DISASTRO PERO' TU RIPONI SPERANZE NELLE MINORANZE. SPIEGAMI QUALI E PERCHE'.
Vedi, dalle mie osservazioni sulle cose d'Italia, ho rilevato che ci sono minoranze, piccole galassie, che assumono un target, e su quello insistono, lavorano. Minoranze - dico io - con una coscienza stretta, molto diversamente da chi procede con un'opinione larga. E questo lo puoi vedere in … mondi del tutto diversi: dai radicali di Nessuno tocchi Caino (il cui lavoro ha trovato tanti consensi da portare alla moratoria sulla pena di morte approvata di recente dall’Onu) al Fai che si impegna nel settore dei beni culturali.
Insomma in ogni settore c'è una minoranza che impone una riflessione diversa. Vale ancora l'esempio che Aldo Grasso faceva per la televisione. La poltiglia è dominante, straborda, ma poi c'è l'ora di Benigni, le Invasioni barbariche. Minoranze fertili.


MA COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA QUESTE MINORANZE?
Queste minoranze sono importanti perché alimentano le nostre speranze, ci danno la forza della speranza. Queste minoranze, sia chiaro, non diventeranno mai maggioranze egemoni. Nel momento in cui tentassero di diventare maggioranze, si ridurrebbero a mucillagini.

DOBBIAMO DIRE CHE ATTRAVERSIAMO UNA FASE CHE NON CONSENTE CRESCITA E CHE LE MINORANZE POSITIVE SONO SOLO SPERANZE, POSSIBILE LIEVITO DI UNA NUOVA STAGIONE,NON PROSSIMA?
La situazione è questa. Avremo ancora anni difficili. Non siamo alla conclusione della crisi. Anche il quadro internazionale (come ci aggiusteremo con Cina e India e di fronte a una perdita di egemonia degli Usa?) non è chiaro, ma non siamo alla fine del mondo, abbiamo subìto crisi ancora più pesanti. Alla fine ne usciremo, ma a condizione di prendere atto della gravità dell'attuale crisi. Chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie sarebbe suicida.
Dal Manifesto del 5.1.08 (gb)

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