martedì 19 febbraio 2008

L'INTOLLERANZA CHE ROMPE LE GAMBE

In data 11.2 abbiamo pubblicato una riflessione di M. Serra sulle componenti culturali che animano l’attività di “frange nere” presenti nel nostro paese. A quelle già descritte viene la tentazione di aggiungerne un’altra dopo aver letto la storia di Andrea, studente tredicenne di seconda media di un comune della cintura torinese.
Pagella con quattro “ottimo” e sette “distinto”. Gli piace la danza. Non ha tempo di uscire con i compagni a bighellonare perché troppo occupato dallo studio e dai corsi di danza e musica. Gli piacerebbe diventare come Nureiev ma, più concretamente, pensa di studiare medicina all’università e vorrebbe diventare medico anestesista.

I suoi interessi precisi ed i suoi comportamenti gli hanno attirato l’antipatia di alcuni compagni di classe: “..con quei tipi lì non ho mai legato. Loro passano subito alle mani, e io cerco di evitarli. Certo che ho degli amici a scuola, ma non sono quelli.”
La passione per il ballo, in modo particolare viene giudicata “poco maschia” e
Quindi, un anno fa, lo prendono e gli infilano la testa nel water insultandolo in modo irripetibile.

Non basta però perché Andrea continua dritto per la sua strada ed allora, qualche giorno fa, scatta una nuova aggressione. In due, tredici e quattordici anni, famiglie complicate alle spalle, lo prendono a calci e a pugni. Obiettivo rompergli le gambe. Quasi ci riescono. Ad Andrea viene prescritto riposo e movimento con le grucce.

E’ pensabile che dopo la prima aggressione famiglia e scuola avessero provato ad arginare ed incanalare l’aggressività dei compagni di scuola di Andrea. Senza esiti però, visto che un anno dopo è stata necessaria la denuncia della madre ai carabinieri per sollevare il problema.


Per Ludovico Paletto della Stampa: “..ennesima storia di bulli, verrebbe da dire. …è molto di più…. È la storia di una grande passione e di una grande intolleranza.”

Ecco forse è il caso che, nel riflettere attorno al significato che il concetto di ‘resistenza’ può avere nel tempo che viviamo con cui abbiamo presentato questo blog, ci si soffermi un po’ su questa “intolleranza” che si manifesta contro chi fa scelte atipiche per i più e che finisce poi per avere esiti violenti e prevaricatori.

Forse il cercare e trovare forme per impegnarci contro le tante intolleranze del nostro tempo può essere il modo per arginare una deriva culturale, che molti percepiscono, e i cui esiti poi rischiano di essere pagati non da un ragazzo di tredici anni, ma anche da molti altri

Stesura sulla base di articoli apparsi nella ‘Stampa’ dei giorni scorsi.
19.2.08 (g.b.)

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