venerdì 23 gennaio 2009

SEI GIORNI FA

Sabato scorso 100.000 persone hanno sfilato a Roma in una pacifica manifestazione contro la guerra a Gaza che stava avvicinandosi alla fine.

Una partecipazione, multietnica, straordinaria per un evento che ha scosso la coscienza civile del mondo.

Tra le tante dimostrazioni di solidarietà al popolo palestinese si è distinta l’ Australia dove due imponenti cortei hanno sfilato nelle due maggiori città del paese.

La domanda ora: qualcuno ricorda di aver visto in Tv o letto nei giornali notizie su queste dimostrazioni di voglia di partecipare alla vita collettiva protestando in modo composto e rispettoso?

A parte Rainews 24, visibile su Sky o sul digitale terrestre, le Tv hanno glissato su tutto questo.
I più diffusi quotidiani nazionali nelle prime pagine delle loro edizioni on-line non ne hanno dato notizia.

Eppure della tragedia di Gaza i media se ne sono occupati, a modo loro, ogni giorno, e in modo particolare nel momento in cui si stava arrivando al cessate il fuoco.

Ad un blog come questo, che cerca nella quotidianità dei nostri giorni di vedere un’attualità di quei valori che la Resistenza ha insegnato, è già capitato e purtroppo succederà ancora di occuparsi di ciò che i media dicono, dicono parzialmente o tacciono del tutto.

Dietro a questi atteggiamenti di enfatizzazione di un avvenimento o di una sua elusione, totale o parziale, dal novero delle notizie da dare, sta infatti un gioco di determinati poteri contro altri, normalmente più piccoli.

Chi legge o guarda i telegiornali è spesso preso da un vortice di notizie e talvolta fatica a districarsi nel mucchio.
Chi prepara i servizi scritti o audio dei media spesso usa questa difficoltà dell’utente per preparare la notizia in modo che porti al formarsi di questa o quella opinione.

Si può osservare che si tratta di “un gioco normale”: i giornali costano e devono rendere conto a chi li finanzia, altrettanto dicasi per le televisoni.

Ma siamo abituati a pensare di essere in uno stato pluralista dove tutte le opinioni riescono in modo maggiore o minore ad emergere e quindi ci aspettiamo un minimo di obiettività.

Talvolta però questo non succede e l’utente viene indotto ad un pensare le cose in un determinato modo, perché tutte le fonti concordano in quella direzione.

Che fare se si resta ‘ingannati’ dall’unanimità che nasconde o vela la vera notizia?

Il tempo attuale fornisce attraverso il web, i siti, i blog strumenti di controinformazione, che è necessario usare e divulgare per far sì che il gioco dei poteri mediatici non funzioni pienamente.

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