martedì 31 marzo 2009

L' ALBERO DELLA NOSTRA CRISI

In Grecia (destra al governo) la crisi provoca disordini: l'università è al centro delle proteste, si segnalano da mesi assalti devastanti alle banche ed ai negozi di lusso. Ultima in ordine di tempo un'esplosione che ha prodotto danni in centro ad Atene.

In Francia 'soliti' incidenti nelle banlieaus ma soprattutto la forte protesta sindacale, capace di tenere su di sè i fari dei media europeri con il sequestro simbolico durato molto ore di un dirigente colpevole di aver mal gestito l'industria di cui portava la responsabilità della guida.

Una protesta, quella francese, che riesce a canalizzare lo scontento, a dargli degli obiettivi e dei colpevoli, cercando contemporaneamente vie d'uscita.

Qui da noi le cose sono, al solito, più complicate:

un governo astuto e potente riesce a dividere i sindacati, che da bravi si fanno a loro volta dividere ed impedisce quindi che la protesta per il disastro occupazionale in atto dilaghi.

La protesta porterebbe ad un indebolimento del governo stesso e aprirebbe nuove prospettive, nuove strade, nuove speranze di via d'uscita.

Nulla di tutto ciò accade.

La protesta cieca e violenta qui non ha luogo. E' troppo evidente che la Destra aspetta solo quello per distruggere vieppiù il tessuto democratico già fortemente indebolito in questi mesi.

Ed allora al senza lavoro cosa resta? Solitudine e disperazione.

I risultati li vediamo:
l'uomo che a Roma, la settimana scorsa, sceglie un luogo altamente simbolico: l'Altare della Patria per darsi fuoco.
Un'azione da bonzo birmano che crudamente evidenzia il dramma personale di uno dei tanti disperati.

La notizia viene data e non approfondita, ovviamente, dal loro punto di vista, dai media.

Domenica scorsa un geometra genovese, che vive lo stesso problema, rinuncia anche a scegliere un luogo noto a tutti, tanto chi se ne frega? alla gente si devono servire altre cose come reality etc.
va nei boschi intorno alla città, sceglie un albero e là appeso chiude i suoi giorni.

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