venerdì 20 marzo 2009

CEMENTIFICARE SEMPRE

Come si fa a difendersi da questo uragano di devastazione di ogni patrimonio comune?

Distruggono la città, scardinando i principi elementari e ormai antichi della regolazione pubblica (attraverso i piani urbanistici) delle trasformazioni urbane e sostituendo al controllo pubblico l’interesse privato.

Distruggono la memoria, la storia, la bellezza dei nostri territori
(le zone archeologiche, i quadri e i musei, i paesaggi più incantati) demonizzando la loro tutela e privilegiandone la commercializzazione rispetto alla custodia e alla fruizione pubblica.

Distruggono i monumenti più insigni, nel migliore dei casi avvolgendoli di megamanifesti di pubblicità, nei peggiori trasformandoli in alberghi di lusso.

Distruggono il lavoro, comprimendo i salari attuali e minacciando quelli differiti (le pensioni), per racimolare un po’ di soldi da dare a chi ha provocato il disastro economico.

Distruggono la convivenza civile creando la paura, il sospetto, l’odio là dove non ci sono (o sono latenti nell’ignoranza).

Distruggono la scuola pubblica, la ricerca disinteressata, il pensiero libero, penalizzando la prima, trasformando le università in aziende, cancellando le opinioni diverse dal pensiero corrente.

Le reazioni sono ancora deboli, il malcontento diffuso ma sterile, gli impegni del movimento generosi ma incostanti e frammentati, il mondo del lavoro diviso, le istituzioni preda – in un modo o nell’altro – del potere dominante, la politica dei partiti lontana dai popoli che dovrebbe guidare.

Che fare? Avere consapevolezza di ciò che accade e della sua gravità.

Cercare di comprenderne le ragioni di fondo.

Resistere dove si può, come si può, alla distruzione dei patrimoni comuni.

Agendo sulle istituzioni: a partire dalle regioni che, dove non sono già feudi di Arcore, possono seguirne o non seguirne i perversi indirizzi; e dai comuni, che possono essere condizionati o conquistati.

FONTE: http://www.eddyburg.it/

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