domenica 15 febbraio 2009

DUE GIORNI SENZA AVVOLTOI

Avvoltoio, rapace che si nutre di animali morti, è il simbolo scelto da firme sempre critiche verso il potere costituito - M.Travaglio,N.Rangeri - e anche da altre che presentano posizioni diverse: C. Magris e M. Serra.

Avvoltoio o avvoltoi sono i giornalisti, o i controllori delle testate televisive, che si sono precipitati sul caso Englaro per fare quello che tutti abbiamo visto e sentito.

Giovedì e Venerdì sono stati due giorni in cui questi uccellacci sono stati messi in un angolo da due iniziative:

Giovedì sera a Roma una grande folla, chiamata dal PD, è scesa in piazza per difendere la Costituzione, costringendo Stampa e Tv a parlarne in modo diffuso ed a mandare in onda immagini significative.

Venerdì lo sciopero della Cgil (metalmeccanici e Funzione Pubblica) ha fatto vedere un pezzo del Paese reale che, nonstante la crisi, sa perdere i soldi di una giornata di lavoro perchè in ballo non c'è l'entità del salario o dello stipendio, ma molto di più: l'economia dell'intera nazione che deve promuovere il lavoro per chi non ce l'ha e garantire quelli che il posto lo hanno.

Sono state due giornate in cui è parso di respirare un'aria diversa, anche nei media le cui pagine on-line aprivano sui due avvenimenti.

L'attacco degli avvoltoi può essere dunque respinto. Sì se l'opposizione si organizza ed attacca a sua volta.

Pare siano 200.000 le firme raccolte da Giustizia e Libertà con il suo appello, ma molto più grande è stato il numero di coloro che si sono sentiti uniti nel respingere l'attacco frontale alla carta fondativa dello Stato.

Ne dà prova la rapida retromarcia degli aggressori.

Lo stesso è successo con la manifestazione di Venerdì. Marcia indietro di chi fino a poco prima parlava in modo diverso dello stato dell'economia.

Cisl e Uil che lasciano dichiarazioni di presa di distanza dall'esecutivo con cui separatamente hanno firmato accordi e dulcis in fundo la Confindustria che si pronuncia in sintonia con Epifani.

Il Governo non ha soldi per pagare i crediti che tante piccole imprese hanno nei suoi confronti. Soldi che ora servono e molto.

Rilanciare l'economia, lo dicono e scrivono tantissimi, significa mantenere il potere d'acquisto dei salari e pensioni e dare ammortizzatori, cioè soldi a chi non percepisce quasi nulla: cassaintegrati, precari, lavoratori part-time.

Davanti a questa montagna che si muove i virtuosismi mediatici dei tanti imbonitori che appoggiano il governo si rivelano deboli.

Di qui, probabilmente, la necessità di trovare nuovi pretesti per scatenare gli avvoltoi e chi li sostiene.

Da qui però anche lo spazio per rilanciare politiche che hanno già il consenso di moltissimi.

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