giovedì 25 settembre 2008

LA SCUOLA CHE FORMA OPINIONE

Traendo spunto da un fatto quotidiano, viene da dire quasi banale: una locandina del Gazzettino, si è tentato ieri di proporre un minimo di analisi del ruolo dei giornali nella formazione di un’opinione pubblica.

Nel caso specifico il quotidiano locale si serviva del suo abituale manifesto pubblicitario, che viene esposto in modo evidente in tutte le edicole, per richiamare l’attenzione dei passanti mediante l’utilizzo di un verbo eclatante, un pò forcaiolo.

Alla gente che, passando per andare al lavoro o dalla macchina ferma al semaforo, frettolosamente scorre i titoli non serviva, in quel caso, comprare il giornale e leggere l’articolo per farsi un parere, visto che questo era già là: grande gratuito e ben confezionato.

A maggior ragione il messaggio funziona anche per chi ancora è meno vaccinato e più influenzabile cioè i giovani che non leggono i giornali ma che le locandine le guardano bene e poi ne parlano.

Si chiudeva l’intervento con un interrogativo sul ruolo della stampa nella formazione di una pubblica opinione.

Forte era stata la tentazione di allargare il discorso alla televisione dove la manipolazione delle menti è talvolta grossolana ma spesso è molto sottile e preparata da navigati professionisti.

Un compito un po’ arduo dunque, ma il caso ha voluto che una professionista della critica alla televisione che produce oppio: la giornalista del Manifesto N. Rangeri avesse appena pubblicato un articolo.

Qui spiegava come in TV possa succedere che non siano le parole a formare
l’opinione, bensì le immagini che una telecamera sapientemente guidata mette davanti agli occhi di milioni di telespettatori.

E’ parso quindi opportuno riproporre qui sotto parte dell’articolo evidenziando in grassetto i passaggi che parevano più significativi.

Il sovrano alla corte di «Porta a Porta»

Norma Rangeri

Con Silvio Berlusconi nel salotto di Porta a Porta e l'ex parlamentare
Vladimir Luxuria sulla spiaggia dell' Isola dei famosi , il servizio
pubblico ha inaugurato il vero anno scolastico, l'unica pedagogia
nazionale di massa
in grado di trasmettere simboli, valori, modelli al
popolo impaurito dalla crisi
.

Partecipando alla brillante kermesse del
talk-show e all'esotico festival del doppio senso
, nella stessa serata
sugli schermi della Rai, il leader del centrodestra e il transgender
dell'estrema sinistra diventano i poteri forti di un immaginario che
alimenta e sponsorizza un'idea unica della politica.

Trionfa l'immagine di una conversazione pubblica fondata sulla
volgarità
, sull'ostracismo di ogni critica avanzata fuori dal perimetro
della rappresentazione.

La trasgressione di Lux (così la Ventura chiama
l'ex parlamentare di Rifondazione) accetta la telecamera tra le mutande,
le battutacce, il senso comune di una sessuofobia con il belletto
dell'emancipazione
.

Allo stesso modo, ubbidendo alla medesima
grammatica, il governo del paese appare tra le gambe di miss Italia e i
baci toccanti della campionessa olimpica
.

Il presidente del consiglio è
sembrato persino stupito dall'eccesso di adorazione degli ospiti. Come
se il suo corpo sovrano, così desiderato, lo mettesse nella condizione
di dover contenere l'onda populista.

È lui che deve frenare Vespa-Fede
che lo incita ad apprezzare le forme della giovane miss, è sempre lui
che si schermisce di fronte alle avance della regina del fioretto.

Del resto sa bene qual è la regola: non spetta a lui dover sottolineare
l'evidenza, basta il lavoro delle telecamere che sanno dove guardare,
cosa suggerire, come commentare. La televisione è una buona maestra
.

Capace di prolungare la luna di miele del governo, offrendo gli
ingredienti necessari ai sondaggi che continuano a beneficarlo.

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