lunedì 29 settembre 2008

ESTATE 2008: LA CACCIA

LUI:
Il fisico è quello di uno che fin bambino è stato nutrito con le giuste dosi di proteine carboidrati e grassi: corpo ben proporzionato con solidi bicipiciti e quadricipiti allenati dagli sport praticati o da una sana condotta di vita.

L’espressione del volto è quella di una persona che non ha avuto tante difficoltà nell’esistenza, o quanto meno alla sua età, apparentemente 23-25 anni, i problemi, che più o meno toccano tutti, non sono ancora iniziati.

Per di più il modo di comportarsi parla chiaro: crede in quello che sta facendo.

Occhiali da sole all’ultima moda, veste una maglietta bianca e pantaloncini azzurri. Scarpe da ginnastica di buona marca.
Alla cintura il borsello portadocumenti, un walkie-talkie ed un altro oggetto.

LORO

Piuttosto piccole di statura, corpi che non possono neanche comparire tra quelli che ambiscono partecipare alle selezioni delle aspiranti veline perché troppo sgraziati e nelle proporzioni e nel movimento.

In testa un grande cappello di paglia. Indossano una semplice maglietta, sicuramente non firmata ed una gonna abbastanza lunga. Scalze.
In mano un foglio di carta dentro una busta di plastica trasparente
I volti, di carnagione chiara sono piuttosto bruttini, mostrano paura, incertezza, stanchezza.

LA SCENA

La si vede su una spiaggia affollata dal pienone d’Agosto. Tante voci di bambini, il rumore del mare, il parlottio di chi conversa con il vicino di ombrellone stando attento a non disturbare la quiete altrui.

D’improvviso si scorge, non lontano, la corsa trafelata ed agitata delle due donne. Una perde il cappello, ma non si ferma a raccoglierlo. Continuano a correre voltandosi ogni tanto indietro per controllare la situazione.

Ad un tratto una delle due si infila tra gli ombrelloni, l’altra continua sul bagnasciuga.
Dietro appare il giovane veneto in maglietta e pantaloncini.
E’ veloce
: mentre con il walkie talkie comunica a qualcuno la posizione, si avvicina sempre di più alla ragazza che molla anche la busta di plastica e vistasi perduta si butta, vestita, in acqua ed inizia a nuotare lontano dalla riva.

Il giovane si ferma, parla al radioricevitore, attende istruzioni? Poi si infila rapido tra gli ombrelloni e sparisce.
La giovane donna nel frattempo è scomparsa: è una testa tra le tante che stanno nuotando e giocando in acqua.

La gente osserva in un silenzio difficile da interpretare: c’è sicuramente indifferenza ma c’è anche sorpresa e verrebbe voglia di dire: costernazione. Ma è difficile esserne sicuri.

Un signore raccoglie il cappello e la busta di plastica dove su un foglio sono scritti in lingue diverse i servizi di massaggio che la signorina sa fare. Li mette tra gli scogli in modo che il vento non li porti via e possano esser ritrovati dalla proprietaria.

I tanti occhi presenti guardano, non si sentono commenti.

La spiaggia della scena è quella di Carole, il giovane: un vigile, forse stagionale. L’oggetto alla sua cintura: un distanziometro o distanziapersone. Si chiamano così ora quei bastoni bianchi di 40 50 cm in plastica dura che in tempi meno ipocriti dei nostri erano noti come manganelli.

Che dire ancora? Tanti anni di scuola, di crescita economica, di pace e discussioni sulla qualità del progresso portano a questo?

Che pericolo possono costituire due cinesi, probabilmente clandestine per le migliaia di bagnanti?

E se anche non avere il permesso di soggiorno è un reato: è la pubblica caccia il corretto modo di perseguirlo?

Nessun commento:

Posta un commento